Con riferimento al comunicato pubblicato su NuovaSocietà.it www.nuovasocieta.it/cronaca/nessuno-tocchi-caino-segio-un-caso-di-successo-dello-stato-di-diritto-non-sia-un-bersaglio-per-retoriche-vendicative/ si chiede la cortesia di poter esperire il diritto di replica.
Grazie.
SAPPE, NESSUNA LEZIONE MORALE DA CHI COMBATTE’ LO STATO ARMI IN PUGNO E PRETENDE CHE NESSUNO TOCCHI CAINO DOPO AVERE TRUCIDATO ABELE!
“L’Italia è il Paese sempre più strano nel quale chi, negli anni, ha combattuto, armi in pugno, le Istituzioni democratiche e repubblicane vorrebbe oggi dare lezioni di morale auspicando “che nessuno tocchi Caino”. Chi, insomma, è stato riconosciuto dalla magistratura responsabile, anche morale, della tragica morte di innocenti servitori dello Stato, chi ha trucidato Abele, vorrebbe dare lezioni di moralità anziché essere starsene ai margini della società civile, calpestando il dolore mai sopiti dei familiari dei Caduti uccisi dalla follia ideologica terrorista. Davvero strano, questo nostro Paese, nel quale chi ha macchiato le strade con il sangue degli innocenti dovrebbe nascondersi ed essere espunto dalla società civile ed invece pretende, con la complicità più o meno consapevole di alcuni politicanti, di dire ciò che bene e ciò che male, partecipando a dibattiti, venendo proposti come esperti per la riforma del sistema penitenziario e, addirittura, ricoprendo incarichi parlamentari e istituzionali. Basta! La memoria storica del Paese non si tocca e non cancella!”
Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, l’appello di alcuni esponenti del partito radicale e della associazione “nessuno tocchi caino”.
“A coloro che auspicano che nelle carceri si organizzi la proiezione del docufilm Spem contra Spem l’invito è andare nei cimiteri d’Italia a portare un fiore sulle centinaia e centinaia di tombe di appartenenti alle Forze dell’Ordine, della Magistratura, dell’Avvocatura, della Società civile uccisi dalla follia terrorista e dalla ideologia assassina del terrore di cui erano imbevuti, nel recente passato, tanti che oggi vorrebbero gettare un colpo di spugna sul passato confondendo le acque su chi era vittima e chi carnefice. Un ex terrorista non sarà mai un ex omicida o un ex assassino. Non accettiamo alcuna lezione, men che meno morale, da assassini materiali e morali che tentano oggi di riciclarsi come maestri di democrazia e tutela dei diritti”.
Roma, 30 ottobre 2017