di Giulia Zanotti
Maggioranza e opposizione divisa sul futuro della Fondazione per il Libro. Infatti, le spiegazioni e le proposte fornite dall’assessora Francesca Leon e dalla sindaca Chiara Appendino non hanno convinto i consiglieri di minoranza che chiedono alla giunta risposte più concrete per far fronte alla crisi di un fiore all’occhiello della cultura torinese.
«E’ deludente riscontrare l’assenza di una strategia da parte dell’Amministrazione. I problemi contabili sono importanti ma risolvibili. Ma l’assessora Leon, non ha indicato un obiettivo. Se l’Amministrazione comunale vuole liquidare la Fondazione, lo dica» ha dichiarato il capogruppo del Pd Stefano Lo Russo.
Insoddisfatto anche il capogruppo dei Moderati Silvio Magliano che precisa come «Non è stato risposto alle mie domande sull’analisi sulla valutazione del marchio. Per quanto riguarda i soggetti privati, basta sedersi intorno a un tavolo e si discute. Però non so se l’Amministrazione lo voglia».
«Si devono assolutamente dare risposte chiare. Occorre dare soluzioni di maggiore garanzia sui tempi e non operare in emergenza, perché così si rischia di perdere l’edizione 2018 del Salone del Libro» precisa Francesco Tresso.
Mentre per il capogruppo di Forza Italia Osvaldo Napoli « in Città si sente la mancanza di iniziative, ed è sufficiente parlarne con i commercianti, i titolari di attività per comprenderlo.E ho l‘impressione che la svalutazione del marchio del Salone sia un tema pretestuoso. Su questi argomenti invito la maggioranza a coinvolgere tutti i gruppi del Consiglio per provare a parlare tutti insieme della questione facendo delle proposte, senza polemizzare inutilmente».
Infine il capogruppo Alberto Morano pone alcune domande all’amministrazione: «Quali domande sono state poste ai valutatori dello studio Jacobacci? Quali verifiche avete fatto sulla competenza di questo studio a esprimere un parere sulla valutazione dei marchi Perché avete cambiato il soggetto che ha espresso la valutazione? Perché questa in un parere viene data in modo diverso rispetto ai criteri originari della valutazione? Perché sono stati cambiati i criteri e, di conseguenza, quali erano le vere finalità su una nuova perizia sul valore del marchio? Cercavate un casus belli per addivenire ad una svalutazione del marchio e fare emergere un problema contabile all’interno della Fondazione o c’è un problema reale di valore del marchio? Fare emergere un problema contabile senza avere una soluzione è davvero l’interesse della Città?».