Ci sono voluti due giorni e oltre 14 ore di colloqui, ma alla fine l’accordo per le forniture di gas tra Russia e Ucraina è stato raggiunto. José Barroso, presidente uscente della Commissione Europea, può dirsi soddisfatto per questo ultimo risultato portato a casa. Scongiurato, dunque, il pericolo di una nuova crisi energetica (la terza in cinque anni) per l’Europa, che fino a marzo 2015 si vede assicurata la fornitura di gas a termini economici ben precisi.
«L’accordo – sostiene Sergey Kupriyanov, portavoce di Gazprom – rappresenta un passo importante nel prevenire interruzioni delle forniture di gas in Europa questo inverno. Gazprom ha dimostrato una notevole flessibilità per renderlo possibile».
La funzione mediatrice di Bruxelles, come suggeriscono anche le parole di Kupriyanov, si è concentrata soprattutto nel fare da garante per Kiev, ad oggi insolvente nei confronti della compagnia statale russa. L’accordo siglato in queste ore è infatti un accordo prettamente finanziario, in cui l’Ue si è impegnata a fare da garante dei pagamenti ucraini: se Kiev non rispetterà gli accordi toccherà all’Europa e al Fondo monetario internazionale preoccuparsi di farle rispettare gli impegni presi.
Secondo le condizioni dettate da Mosca, la fornitura energetica sarà garantita dal saldo del debito ucraino pregresso, 3,1 miliardi di dollari, e il pagamento anticipato di gas da ora a marzo 2015, circa 1,5 miliardi di dollari. Il tutto per un totale di 4,6 miliardi.
Il saldo dei debiti verrà pagato in due momenti: una prima tranche da 1,45 miliardi che Kiev verserà entro domani, e una seconda da 1,65 miliardi da pagare entro la fine dell’anno. Per l’occasione è già stato realizzato un fondo bloccato a 3,1 miliardi per il debito pregresso. Per quanto riguarda invece il pagamento dei rifornimenti 2014-2015, centrale sarà il ruolo di Bruxelles, che garantirà il pagamento del gas russo grazie a una serie di finanziamenti già previsti dai programmi di assistenza finanziaria Fmi-Ue, cui si aggiungerà un ulteriore finanziamento per il prossimo anno.
Per ora tutte le parti sembrano essere soddisfatte. Francois Hollande e Angela Merkel, che hanno portato avanti i colloqui tra presidenti Vladimir Putin e Petro Poroshenko, hanno fatto sapere di aver «accolto con favore la conclusione dei negoziati, condotte con la mediazione Ue».