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sabato, 27 Luglio 2024

Rimborsopoli, la Corte dei Conti chiede un risarcimento alla Bresso

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L’ex governatore della Regione Piemonte Mercedes Bresso e 55 consiglieri della sua legislatura su 60 sono nel mirino della procura della Corte dei Conti di Torino. Il sostituto procuratore Corrado Croci lo scorso 23 dicembre ha chiesto un risarcimento per presunto danno erariale e per peculato, riferendosi all’«indebita percezioni delle somme spettanti ai gruppi consiliari» che sarebbe avvenuta nel 2009. Tra loro, appartenenti a tutti gli schieramenti politici, c’è anche l’ex presidente dell’assemblea regionale Davide Gariglio, del Pd. La data non è casuale, dal momento che evita, appena in tempo, che l’inchiesta cada in prescrizione.
I magistrati contabili continueranno quindi a procedere con gli accertamenti, che andranno avanti fino a quando la procura della Repubblica di Torino aprirà un fascicolo sull’uso dei soldi destinati ai gruppi in Regione tra il 2008 e l’inizio del 2010. Questo accadrà una volta che sarà chiusa un’altra inchiesta, riguardante sempre l’uso dei fondi pubblici e che tanto sta infiammando l’opinione pubblica: quella in cui sono indagati 43 consiglieri della presente legislatura, tra cui il leghista Roberto Cota, governatore della Regione, e il presidente dell’assemblea regionale Valerio Cattaneo.
Intanto la Corte dei Conti indaga sulla Bresso e sugli altri 55 consiglieri di allora. I primi dati emersi sarebbero tutt’altro che incoraggianti secondo il pm Croci. «Si sono riscontrate gravi irregolarità e violazioni di legge nella gestione e nella spesa dei fondi assegnati ai gruppi consiliari per lo svolgimento dei loro compiti istituzionali – scrive infatti – parte di questi stanziamenti pubblici siano stati distratti o comunque impiegati per fini estranei alla loro destinazione legale di assicurare lo svolgimento dei compiti istituzionali dei gruppi regionali». Di numeri al momento non si parla ancora.
Gli unici a non aver ricevuto la richiesta di risarcimento sono stati i leghisti Gianfranco Novero e Giuseppe Filiberti, da poco scomparso, e poi gli Lorenzo Leardi, Pier Francesco Toselli e Luca Caramella, piediellini.
Soddisfazione da parte di Luca Pedrale, ad oggi capogruppo di Forza Italia in Regione, che nei giorni affannosi in cui cominciavano le indagini su Rimborsopoli riguardanti l’attuale e il Pd chiedeva le dimissioni del presidente Cota, aveva preteso l’accesso agli atti e alla relativa documentazione delle spese dei gruppi regionali tra il 2005 e il 2010. Ora afferma: «La nostra buonafede è dimostrata dal fatto che abbiamo conservato tutta la documentazione e seguito le regole vigenti. È chiaro che il problema è di carattere nazionale e come tale deve essere risolto». Di tutt’altro avviso Roberto Placido, consigliere dimissionario del Pd mai entrato nell’inchiesta, che commenta scrivendo alla Corte dei Conti: «Prendo atto dell’inchiesta ma constato l’irrilevanza nei miei riguardi: sono assolutamente estraneo ai comportamenti che hanno cagionato il presunto danno erariale».

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