«Nessuno dei componenti del nostro gruppo in consiglio regionale ha fatto spese di carattere personale. Non sarebbero state rimborsate». È quanto sostenuto da Davide Gariglio, segretario regionale del Partito Democratico, nell’ambito il processo Rimborsopoli sulle presunte spese pazze dei consiglieri piemontesi.
L’esponente del Pd, interrogato durante l’udienza preliminare per il secondo troncone dell’inchiesta, è uno dei dieci indagati per peculato per cui la Procura aveva prima chiesto l’archiviazione e poi dovuto procedere, per ordine del gip, con la richiesta di rinvio a giudizio.
«Si tratta di colazioni di lavoro e alcuni omaggi. Al giudice ho cercato di chiarire le ragioni di queste spese e le loro finalità istituzionali» ha detto ancora Gariglio, precisando poi che «che la contestazione, per quel che mi riguarda, si riferisce a trenta omaggi natalizi di rappresentanza e altri quattro in occasione di attività particolari».
Dopo di lui sono stati interrogati Angela Motta del Pd e Giampiero Leo, ex consigliere di Forza Italia che si distingue per il proprio aperto sostegno alla protesta antigay delle Sentinelle in Piedi.