Per uccidere il piccolo Loris Andrea Stival è stata usata una fascetta di plastica. Di quelle utilizzate dagli elettricisti. Il bambino di otto anni di Santa Croce Camerina, il cui cadavere è stato ritrovato venerdì scorso a pochi chilometri dal paese della provincia di Ragusa, non è stato strangolato con le mani. È quanto emerge dai primi risultati delle analisi eseguite sul corpo del bimbo. Un elemento importante, nella ricostruzione dell’efferato delitto, in un’inchiesta che sta cercando di arrivare alla cattura del colpevole.
Un nuovo colpo di scena, dopo quello di ieri, dove si è scoperto che probabilmente la mamma di Loris, Veronica Panarello, secondo gli inquirenti non avrebbe detto la verità su quella maledetta mattina. Nessuna telecamera ha registrato la Wolsvagen nera, l’auto di Veronica, mentre accompagna il figlio a scuola, come invece aveva sempre raccontato. La giovane mamma di 25 anni si è difesa: «Io non ho mentito». E in un’intervista in esclusiva al quotidiano “La Sicilia” spiega che né lei né il marito hanno nulla da nascondere, insistendo sul fatto che quel 29 novembre ha accompagnato veramente a scuola il figlio Loris.
Veronica Panarello e il marito, Davide Stival, chiedono inoltre ai giornalisti silenzio per rispettare «una famiglia che soffre». Insomma intorno alla famiglia ora viene costruito un muro, mentre la Procura di Ragusa tenta di arginare le vere o presunte fughe di notizie che stanno complicando non poco il lavoro degli investigatori. Un lavoro che va avanti 24 ore su 24, affinché la morte di Loris non resti un giallo irrisolto.