14.1 C
Torino
domenica, 3 Novembre 2024

Regione Piemonte, Chiamparino: "Non sono ancora il candidato ufficiale, ma sono a disposizione"

Più letti

Nuova Società - sponsor
Redazione
Redazione
Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

“Ufficialmente non sono candidato, ma posso dire di essere personalmente a disposizione per candidarmi alla Presidenza della Regione Piemonte”. Con queste parole l’ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino torna a bomba sull’amletica questione sulla sua possibile candidatura.
Governatore della Regione Piemonte o non governatore? Insomma il suo nome è stato tirato in mezzo dal prezzemolino Matteo Renzi ora che l’amministrazione Cota vacilla tra scandali di Rimborsopoli e il Tar che ha annullato le votazioni del 2010.
Insomma si pensa già alla campagna elettorale, ai possibili nomi, e così proprio nella corona dei papabili, è apparso Sergio Chiamparino, per altro non più indagato in merito alle irregolarità su pagamenti e canoni dei locali dei Murazzi sulle sponde del fiume Po.
“Bisogna sapere – ha spiegato il Chiampa – se e quando ci saranno le elezioni. Poi i partiti dovranno fare delle proposte e eventuali primarie”.
In merito alla possibile corsa alla poltrona di governatore del presidente della Compagnia di San Paolo, carica da cui Chiamparino, come ha già annunciato, si dimetterebbe subito in caso di vittoria, è intervenuto anche il primo cittadino di Torino Piero Fassino, pronto a supportarlo.
“È il miglior candidato per il centrosinistra e per il Piemonte – spiega Fassino – e non servono le primarie perché nel momento in cui abbiamo la disponibilità di Sergio a candidarsi la decisione da prendere è una sola: dire di sì”.
“È legittimo – continua – che qualcuno possa avere aspirazioni, ma quella di Chiamparino è l’opzione più forte”.
Mentre ritiene che il governatore Cota dovrebbe dimettersi, “da un punto di vista politico – osserva – sarebbe una scelta più chiara e trasparente, piuttosto che far rimanere il Piemonte in una condizione di incertezza”.
“Mi auguro – aggiunge – che il Consiglio di Stato, quale che sia la sua decisione, non aspetti l’ultimo minuto, dell’ultima ora, dell’ultimo giorno possibile” e “penso che Cota per primo non abbia interesse a dilatare i tempi. in sofferenza tutto il sistema di governance del Piemonte, non solo la Regione come ente”.
Già ci sono state polemiche in merito alla sentenza del Tar arrivata dopo dopo quattro anni: “Si approvi – propone Fassino – una norma che preveda tempi certi e una magistratura ad hoc per le consultazioni elettorali. Un modo per evitare il rischio limbo”.

- Advertisement -Nuova Società - sponsor

Articoli correlati

Nuova Società - sponsor

Primo Piano