La maggioranza del centrodestra a Palazzo Lascaris, sede torinese del consiglio regionale del Piemonte, ha intenzione di presentare una proposta di quesito referendario per abolire la quota proporzionale dell’attuale legge elettorale.
Quando la proposta arriva in Capigruppo scoppia la bagarre, con l’opposizione che sale sulle barricate, pronta, come spiegherà a fine seduta Marco Grimaldi di LUV addirittura alla “guerriglia istituzionale”.
Insomma il governo giallorosso mostra i muscoli anche in Piemonte, a prova che certe alleanze non conoscono confini.
«Quando Salvini ha chiesto al Parlamento pieni poteri si è visto come è andata a finire – dichiarano in una nota congiunta i consiglieri di Partito Democratico, Liberi Uguali Verdi, Moderati e Lista Monviso – Se la Lega nostrana pensa di usare a suo piacimento il Consiglio Regionale, sappia che daremo battaglia. Ci coordineremo con le opposizioni delle altre regioni interessate per respingere questa delibera».
Continua la nota: «Amareggia il fatto che la Giunta regionale non abbia idee proprie e sembri senza direzione, salvo ritrovare la verve quando può copiare qualche provvedimento lombardo o quando riceve una direttiva dall’ex Ministro dell’Interno. Se la maggioranza è a corto di proposte che interessino davvero i piemontesi, ci chieda suggerimenti, ne abbiamo in gran numero».
Il tempi per presentare la proposta sono stretti, come spiega il capogruppo della Lega Alberto Preioni: entro il 30 settembre. Lombardia, Veneto, Liguria, Basilicata e Sardegna ci sono, ma devono essere cinque i Consigli regionali perché si possa andare avanti e raggiungere l’obiettivo di un referendum che porti, come avviene per le elezioni dei sindaci, ad un sistema maggioritario.
«Un sistema che piace alla gente – evidenzia Preioni – perché è sinonimo di trasparenza».
«Le minoranze minacciano di fare ostruzionismo. Vedremo – continua il capogruppo leghista – Con una legge così governa chi vince, senza essere ostaggio di piccole di frange, sempre pronti al ricatto, come potrebbe avvenire attraverso, ad esempio, la nuova formazione di Renzi».
«La minoranza fa il suo lavoro, ovvero la minoranza – aggiunge Preioni – Del referendum si sapeva. Bisogna ridare la parola agli italiani».
Per ora è prevista un maratona di sedute consiliari, fino a mezzanotte, da martedì a venerdì.