L’Inghilterra si scopre vulnerabile dentro la storia di Rebecca Watts, la 16enne di Bristol di cui si sono perse le tracce il 19 febbraio. Una storia che per certi aspetti ricorda quella di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo il cui cadavere venne scoperto tre mesi dopo la sua sparizione. Ma se per la piccola Yara si è dovuto aspettare due anni e mezzo affinché ci fosse un sospettato, Massimo Bossetti, nella vicenda di Rebecca ci sono già due fermati.
Rebecca è scomparsa undici giorni fa, nell’area di Saint George, Bristol appunto, a due chilometri dalla sua abitazione dove vive con il padre Beck e la compagna del padre Angie Mae. Gli investigatori cercano aiuto dagli abitanti di Bristol anche se la zona residenziale in cui vivono è molto tranquilla e i vicini sono così riservati che molti hanno dichiarato di non avere mai visto la ragazza. Come per Yara la chiave di svolta era un furgone bianco, dissero allora gli investigatori, per Rebecca sarebbe una monovolume Zafira nera.
La notte prima della scomparsa la 16enne era andata a trovare un’amica e si è fermata a dormire da lei. Con se aveva il telefonino, un computer portatile e un tablet. La mattina dopo è uscita dalla casa dell’amica alle 11.15. Ma, come detto, non è mai arrivata a casa e alle 16 il padre ha lanciato l’allarme.
Il 28 febbraio sono state fermate due persone, sui nomi e chi sono Scotland Yard usa il massimo riserbo. Si era pensato ad una svolta quando nei boschi intorno a Bristol è stato ritrovato un computer portatile, che però non appartiene a Rebecca.
«Continuiamo a sperare che lei venga trovata sana e salva, ma ci prepariamo al peggio», dice oggi il padre della Watts.