Si difende dalle accuse di falso ideologico nel corso del processo d’appello per il caso Ream. Lasciando il Palagiustizia l’ex sindaca Chiara Appendino precisa: “Abbiamo agito in totale buona fede nell’interesse del Comune, poi da una perizia è emerso che abbiamo sbagliato tecnicamente ma siamo convinti di aver perseguito o cercato di perseguire gli interessi della città”.
Nel corso dell’udienza che si svolge con rito abbreviato, Appendino ha spiegato di “aver raccontato quanto accaduto in quei giorni, che ci ha visto come ben sapete affrontare la definizione del bilancio. Lo abbiamo chiarito per quanto possibile”.
Appendino ha difeso la correttezza del suo operato. Quanto alle presunte pressioni esercitate sui revisori dei conti per il posticipo dal 2017 al 2018 del pagamento di 5 milioni alla società Ream, ha spiegato di essersi limitata a far rilevare quello che le sembrava “un errore materiale” e una “contraddizione” da correggere: si trattava di scrivere nel documento “2018” o di “non scrivere niente”
Ream, Appendino: “Agito in buona fede per interesse del Comune”
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