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sabato, 27 Luglio 2024

Quando Sergio Vatta propose Modric al Toro

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Diciamolo subito: un calciomercato così in Italia non si vedeva da un pezzo.
 Dopo anni di stallo, pare che il calcio italiano si stia rialzando. Non solo per l’incredibile colpo della Juventus con CR7, ma anche per le mosse di Inter, Milan e anche le squadre più piccole stanno avendo un atteggiamento più aggressivo nell’estate 2018.
A Torino abbiamo la grande fortuna di avere un allenatore che ha scoperto tantissimi talenti, tra i quali Buffon, Vieri, Tacchinardi, Lentini, Dino Baggio e tanti altri. Un allenatore che è sempre stato appassionato dei settori giovanili e – quindi – un “talent scout” di giocatori italiani.
Stiamo parlando di Sergio Vatta, classe 1937, con un grande curriculum nelle giovanili del calcio italiano: dal 1971 al 1991 allena le giovanili del Torino Calcio, diventando poi allenatore e responsabile delle Nazionali giovanili Under-16 e Under-17 fino al 1997.
Sergio Vatta ha avuto contatti con tantissimi protagonisti di quel calcio che pare non esserci più; chi ha scambiato qualche parola con lui avrà avuto occasione di sentire nominare Moggi, Galliani e tanti altri, che lo rincorrevano ai tempi d’oro del calcio italiano per farsi consigliare i giovani da comprare per le squadre future.
Un calciomercato così non si vedeva da anni in Italia, sta cambiando qualcosa? Il calcio italiano sta tornando ai massimi livelli dopo anni di appiattimento?
Apparentemente sembra essere tornato il campionato di una ventina di anni fa, proprio mentre sembrava che tutto stesse cadendo come una baracca, in primis la FIGC. Eravamo arrivati al punto che nessuno voleva andare più in Nazionale per non perdere.
Attenzione però: nella mia epoca si compravano 2/3 giocatori buoni, affiancandoli a 7/9 giocatori meno bravi che dagli stessi campioni imparavano e miglioravano. Questo per dire che non bastano i “Modric”, le squadre vengono tenute su dai settori giovanili uniti ai campioni affermati.
Spesso mi chiedono come mai i miei giocatori giocassero così bene e con voglia: perché io insegnavo a imparare dai più forti. Non basta però il vivaio, bisogna saper leggere il futuro ed educare i ragazzi. Se le squadre di metà classifica riusciranno a prendere 4/5 giocatori di medio livello e un paio di campioncini che si mettono anche a disposizione del vivaio ci sarà un bel futuro, sennò tra qualche anno il calcio italiano crollerà nuovamente.
Una cosa che si nota da subito rispetto ai tempi in cui era allenatore è che ci sono molti meno italiani in campo in ogni squadra. Gli italiani non sanno più giocare a calcio? Le società non investono più nei vivai? Oppure cosa, secondo voi?
Entrambe le ipotesi sono corrette, ma non solo.
 Vi racconto un aneddoto: un anno andai in vacanza a Zara, che è la mia città natale. Mio cognato mi suggerì di andare a vedere un ragazzo di cui si parlava bene, ed io, incuriosito, vado subito e vidi che era davvero bravo. Al ragazzo non dissi nulla subito, andai dai dirigenti (del Torino Calcio – ndr) consigliando l’acquisto del ragazzo, mi risposero che non avrebbero speso più di 20.000 euro e non si riuscì a far nulla.
Quel ragazzo oggi è famoso e si chiama Modric. 
È un episodio che deve far pensare, anche perché non è quasi mai capitato che io consigliassi qualcuno che non sa tirare un pallone o fare uno stop… Ogni tanto capita che addirittura per allenare le giovanili lo stesso allenatore debba trovare uno sponsor/finanziatore per prendere un giocatore, come possiamo pretendere serietà dai vivai se i presupposti sono questi!
Quanto è cambiato il calcio negli ultimi 20 anni? La sua ricetta?
Il calcio è cambiato molto. Spiace dover dire che tutto ruota sul piano economico, invece di farci un tesoretto di calciatori e allenatori validi andiamo a spendere soldi per giocatori di oltre 30 anni. Vale la pena? O vale la pena curare il settore giovanile?

Sembra quasi ci sia un rifiuto dei giocatori giovani nelle società, questo di conseguenza abbassa il livello e, mentre una volta coltivavamo tanti giocatori discreti da cui venivano fuori 2/3 campioni, oggi non riusciamo a prevedere un fuoriclasse italiano. I vivai servono in parte per i club, ma tantissimo per la nostra Nazionale, infatti abbiamo visto che non abbiamo nemmeno partecipato ai Mondiali quast’anno…

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