Nel giorno della Festa della Repubblica il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha fatto sentire la propria voce: «La credibilità richiede stabilità di intenti, non necessariamente lo stesso governo per molti anni, ma un sistema che non preveda di introdurre regole e poi toglierle, incentivi poi cancellarli e mettere sussidi da un’altra parte, alzare le imposte in un certo settore poi cambiare subito dopo: questo crea poca credibilità che si accompagna a difficoltà da parte delle imprese a far investimenti. Poi c’è una credibilità che si acquisisce con le misure di politica che ciascuno di noi ha la responsabilità di introdurre. [… ] la politica per essere credibile deve non solo rispettare gli impegni ma mantenere continuità e mantenere la veduta lunga. Questo confligge col fatto che siamo molto spesso chiamati alle urne, e per poter conseguire risultati chi ha responsabilità politiche sente necessariamente il dovere di dare nel breve dei risultati soddisfacenti per chi vota. Su questo ci vuole una forte campagna di educazione di tutti noi per capire quanto sia importante essere credibili sul medio termine».
Il portatore (in)sano a chi la spara più grossa, il ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha replicato: «Io voglio abbassare le tasse, spero con questo governo. Occorre una squadra seria compatta, non litigiosa. Se tutti mantengono la parola noi andiamo avanti come un treno, bisogna smetterla con le polemiche e lavorare. Facciamo che da giugno ricomincino i si»
Giugno… di quale anno?