Potranno essere ridefinite ma non aumentate le condanne per gli imputati del processo d’appello per il rogo dell’acciaieria Thyssenkrupp che nel dicembre del 2007 costò la vita a sette operai.
A stabilirlo la corte di Cassazione che lo scorso aprile aveva invalidato il processo di secondo grado ordinando che se ne facesse uno nuovo. Quest’ultimo, però, spiegano i giudici della Suprema corte dovrà rideterminare le pene ma “le sanzioni già inflitte non potranno essere aumentate”.
Il precedente processo di secondo grado, conclusosi nel febbraio del 2013, aveva destato non pochi malumori e commenti per la riduzione delle condanne impartite in primo grado. In particolare le pene tra i tredici e i sette anni di reclusione erano stati abbassate a sette anni, mentre per l’amministratore delegato dell’acciaieria era stato escluso il reato di dolo.
Ora quelle pene saranno ridiscusse, ma di sicuro non potranno essere nuovamente aumentate come invece chiedevano i familiari degli operai morti.