Un test del Dna permetterà di sapere se una donna è stata vittima di violenze o maltrattamenti. L’innovativo metodo sarà presentato venerdì 19 settembre nell’aula Dogliotti dell’ospedale Molinette di Torino, in occasione del convegno “La salute della donna vittima di violenza: la prova dei maltrattamenti e le conseguenze psicologiche”, in programma dalle 8,45 alle 18.
La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Molecular Psychiatry, ha permesso di scoprire che anche la violenza lascia cicatrici non solo sul corpo ma anche sulla psiche delle persone e, come detto, sul Dna. A rivelare l’eventuale presenza di maltrattamenti sono i telomeri, una sorta di “cappucci” protettivi che alle estremità dei cromosomi, che si accorciano ogni volta che la cellula si divide funzionando così da indicatori di longevità. I talomeri, nel caso di maltrattamento, registrano un “invecchiamento” di quasi 10 anni.
Al convegno, organizzato dal responsabile del Centro Demetra dell’ospedale Molinette Patrizio Schinco, saranno presenti l’avvocato penalista e tributarista Beatrice Rinaudo e la responsabile Centro Soccorso violenza sessuale dell’ospedale Sant’Anna di Torino Silvia Donadio, oltre a magistrati della Procura di Torino, criminologi, giudici di famiglia, psicologi e medici legali.
L’analisi della lunghezza dei telomeri «è possibile con costi limitati e ormai alla portata di numerosi laboratori – spiegano gli esperti – e potrebbe documentare con elevata specificità una storia di maltrattamento e abuso al di là di ogni ragionevole dubbio». Il test, a momento, non viene eseguito in strutture pubbliche a scopo diagnostico, ma viene utilizzato (anche a Torino), con scopo di ricerca e c’è la possibilità che in futuro possa essere usato anche per motivi clinici e giudiziari.