C’è un po’ di tutto: dalle mutande verdi di Roberto Cota, al tosaerba di Andrea Stara. Dagli impianti antifurto agli ingressi in discoteca. Non si facevano mancare nulla i consiglieri regionali piemontesi, sia del centrodestra che del centrosinistra, che poi, diligentemente si facevano rimborsare queste “spese pazze”, tra il 2010 e il 2012, dal gruppo di Palazzo Lascaris.
Per l’ex governatore del Piemonte e i suoi 23 consiglieri siamo arrivati alle battute finali del processo. Accusati di peculato per essersi fatti rimborsare con soldi pubblici. E c’è anche un’accusa di truffa. Gli imputati sono 25. Quelli del Pdl, confluiti in un secondo tempo nei gruppi “Forza Italia”, “NuovoCentroDestra”, “Fratelli d’Italia” e “Progett’Azione”: Angiolino Mastrullo, Augusta Montaruli, Lorenzo Leardi, Rosanna Valle, Massimiliano Motta, Roberto Tentoni, Angelo Burzi, Michele Formagnana, Girolamo La Rocca, Daniele Cantore, Alberto Cortopassi e Rosa Anna Costa. I leghisti Massimo Giordano, Roberto De Magistris, Federico Gregorio, Riccardo Molinari e Paolo Tiramani.
Michele Giovine per i “Pensionati per Cota”, Michele Dell’Utri per i “Moderati”, Luigi Cursio dell’Italia dei Valori, Giovanni Negro dell’Udc, Andrea Stara per “Insieme per Bresso” e Maurizio Lupi “Verdi Verdi”, che ha già patteggiato la pena per peculato ma è stato rinviato a giudizio per truffa.
C’è anche la figlia di Lupi, Sara, che collabora con i “Verdi Verdi”. Lei è accusata di avere recepito stipendi dal gruppo regionale, nonostante fosse all’estero a studiare.
La requisitoria di questa mattina, dopo un anno di udienze, sono state tenute, davanti al giudice Silvia Bersano Bejey, dai pm Giancarlo Avenati Bassi e Enrica Gambetta. Il 5 aprile ci saranno richieste di condanna. Poi parleranno tutte le difese. Prima dell’estate la sentenza.