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domenica, 8 Settembre 2024

Processo Ream, Appendino condannata per falso in atto pubblico

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

La sindaca Chiara Appendino è stata condannata per falso in atto pubblico relativo al bilancio 2016 nell’ambito dell’inchiesta che la vedeva imputata per il caso Ream. Per la prima cittadina, che aveva a suo carico anche l’accusa di abuso d’ufficio e per il falso del 2017 da cui è però stata assolta, i pm avevano chiesto un anno e due mesi, ma la pena è stata ridotta sei mesi.

L’avvocato Chiappero ha commentato la sentenza: “Avevamo quattro capi di imputazione, tre sono caduti incluso il falso del 2017 perchè il fatto non sussiste, è rimasto quello del 2016 sul quale aspettiamo di leggere le motivazioni. Eravamo fiduciosi da sempre di aver sbagliato ma credendo in quello che faceva e speriamo di poter ribaltare la sentenza in appello”. “Questo non è un fatto penale – ha proseguito l’avvocato – è stato trasferito qui, ma sono questioni tecniche che si potrebbero risolvere in un consiglio comunale. La quantità della condanna dimostra l’irrilevanza di fatto, siamo a minimi storici di pena”.

Anche Appendino si è detta soddisfatta della cancellazione di tre capi di accusa: “Rimane in piedi il falso del 2016 ma sono convinta di aver fatto tutto in interesse Ente. Porterò a termine mio mandato da sindaca e come previsto da codice etico mi sospenderò dal Movimento 5 stelle”.

Appendino, che ha scelto di essere giudicata con rito abbreviato, si è presentata al Palagiustizia questa mattina poco dopo le 9.30 accompagnata dai suoi legali, gli avvocati Luigi Chiappero e Luigi Giuliano. In aula il giudice per le udienze preliminari Alessandra Pfiffner dopo aver aperto la seduta si è ritirata in camera di consiglio per deliberare. Presente in aula anche l’assessore al Bilancio Sergio Rolando, condannato a sei mesi, mentre l’ex capo di Gabinetto Paolo Giordana, condannato a otto mesi, non ha presenziato all’udienza. Per il direttore finanziario del Comune, Paolo Lubbia, che invece ha scelto il rito ordinario il processo si deve ancora aprire.

L’inchiesta Ream è stata coordinata dai procuratori aggiunti Enrica Gabetta e Marco Gianoglio. Il caso riguarda il debito che il Comune di Torino aveva contratto con Ream, fondo immobiliare di Unicredit, come caparra mai restituita dopo che il progetto di recupero dell’ex Westinghouse era naufragato e gli spazi presi da Esselunga. Secondo quando ricostruito dalle indagini i cinque milioni avrebbero dovuto essere restituiti nel 2016, durante il primo anno di giunta Appendino, ma tale cifra non fu iscritta a bilancio, rinviandone la restituzione agli anni successivi. 

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