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sabato, 27 Luglio 2024

Processo Piazza San Carlo, M5s: "Città non sarà parte civile". Lo Russo (Pd): "Bisogna tutelare l'istituzione"

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

A pochi giorni dall’apertura del processo per i tragici fatti di piazza San Carlo del 3 giugno 2017 si accende il dibattito sulla convenienza della costituzione di parte civile della Città di Torino. Nei giorni scorsi il Partito Democratico aveva chiesto che il Comune di Torino, per tutelarsi, si costituisse parte civile chiedendo che l’eventualità venisse anche discussa in Sala Rossa.
Ma proprio nella capigruppo di oggi il Movimento cinque stelle ha rifiutato la richiesta della minoranza. «La costituzione come parte civile non è obbligatoria per tutelare l’ente, come vorrebbe far credere chi avanza la richiesta, perché è sempre possibile alla fine del processo penale agire in sede civile per ottenere il risarcimento danni. Inoltre, anche la Corte dei Conti, in caso di sentenza di condanna passata in giudicato, può agire per ottenere il risarcimento per la Città. Non ravvisiamo quindi la necessità di intraprendere una procedura nebulosa come quella della nomina di un curatore speciale, né di impegnare l’amministrazione ad agire contro sé stessa in un caso di evidente conflittualità di interesse – ha commentato la capogruppo M5s Valentina Sganga aggiungendo come – La tragedia di piazza San Carlo è una vicenda che ha segnato Torino, i torinesi e gli italiani. Alla vigilia dell’udienza preliminare usarla per battaglie politiche, come sta cercando di fare una parte delle opposizioni, è inaccettabile».
Sganga da parte sua ha fatto notare come «in altre occasioni, pensiamo ad esempio al caso Murazzi o a quello di altre Città come Genova per il processo sull’alluvione, non c’era stata la costituzione come parte civile che rimane un atto non obbligatorio e di mera opportunità politica. In questo caso quella di chi pensa di ergersi a giudice per condannare simbolicamente la Sindaca prima del tribunale».
Opinione non condivisa dal capogruppo del Partito Democratico Stefano Lo Russo che ne prende atto «con rammarico».«La costituzione di parte civile nel processo- spiega – è infatti un atto a tutela della Città in quanto istituzione potenzialmente lesa dai fatti accaduti che non solo non esclude minimamente anche successive azioni risarcitorie a valle del processo, ma dovrebbe prescindere sempre da considerazioni politiche a tutela degli imputati. Viene prima l’interesse dell’Istituzione di quello dei singoli».
Non nascondendo il suo dispiacere Lo Russo ha anche detto di continuare «a ritenere la costituzione di parte civile in un caso così grave e rilevante per Torino come la tragedia di Piazza San Carlo un atto che avrebbe dovuto essere scontato e ci saremmo aspettati ben altro atteggiamento a difesa dell’Istituzione da parte della maggioranza. Evidentemente ci eravamo illusi».
Per quanto riguarda il conflitto d’interesse sollevato dalla maggioranza la consigliera comunale del Pd Maria Grazia Grippo commenta: «Di cosa stiamo? Il Movimento Cinque Stelle rivendica un conflitto d’interesse che non può esistere e va rimosso. Infatti on può esserci conflitto d’interesse tra un sindaca e la cittadinanza. Bisogna fare di tutto per rimuovere il conflitto d’interesse ricordando che a processo va Chiara Appendino e non l’istituzione. Per questa ragione diventava importante la costituzione di parte civile».

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