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domenica, 8 Settembre 2024

Processo No Tav, la difesa: “Il terrorismo è un'altra cosa”

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È ripreso oggi a Torino il processo per i quattro attivisti No Tav accusati di terrorismo. Chiara Zenobi, Mattia Zanotti, Niccolò Blasi e Claudio Alberto sono oggi in carcere per aver incendiato un compressore la notte tra il 13 e il 14 maggio 2013 nel cantiere di Chiomonte, e per cui la procura ha chiesto 9 anni e 6 mesi ci carcere.
«Il terrorismo è un’altra cosa», ha esordito l’avvocato della difesa Claudio Novaro nel suo intervento nell’aula bunker del carcere le Vallette.
Novaro ha poi sottolineato la solidarietà mostrata nei confronti dei 4 imputati ma non solo da parte del movimento No Tav della Val di Susa «Segno – ha osservato – che la percezione sociale è molto distante dalla qualificazione di terrorismo». «Siamo un Paese messo male, ma non così male che un fatto tanto modesto come un’azione contro il cantiere del Tav possa addirittura cambiare la linea politica ed economica delle istituzioni» Con queste parole Novaro contesta l’accusa secondo cui, l’attacco al cantiere sia tale da provocare «un grave danno al Paese» come ha invece affermato la procura di Torino «facendolo retrocedere dal proposito di costruire l’opera».
«Venne bruciato un compressore – ha sottolineato Novaro – e fu soltanto un gesto simbolico. Nessuno pensava che si potessero davvero bloccare i lavori».
Il legale dei quattro No Tav ha poi chiesto l’assoluzione dall’accusa di terrorismo, la concessione dell’attenuante di avere agito «per motivi di particolare valore morale e sociale» e per gli altri reati, chiedendo al massimo una condanna che permetta agli imputati di ottenere la condizionale e che non superi quindi i due anni di carcere.
 

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