Si è riaperto questa mattina in corte d’Assise il processo nei confronti di Francesco Furchì per l’omicidio del consigliere comunale Alberto Musy, morto dopo diciannove mesi di coma in seguito ai colpi di pistola esplosi il 21 marzo 2012 nell’androne di casa sua dall’uomo con il casco.
A salire al banco dei testimoni è stato il medico legale Luca Taiana dell’Università di Varese che ha ribadito come il decesso di Musy sia avvenuto per «una virulenta broncopolmonite che, a causa dello stato vegetativo del paziente e dell’abbassamento delle difese immunitarie, non fu possibile risolvere con le normali terapie».
Intanto il pubblico ministero ha definito Furchì «un rancoroso faccendiere spinto dalla vendetta per non avere ottenuto aiuti dalla vittima».
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