Tensioni, botte e contestazioni. Il Primo maggio torinese è tornato per un certo verso alla tradizione, considerato da sempre quello più caldo a livello nazionale.
Fin dal concentramento in piazza Vittorio Veneto si sono registrati momenti di nervosismo quando sotto i portici i manifestanti No Tav che avevano chiamato l’adunata hanno cercato di partire: a questo punto sono volate alcune manganellate. In mezzo ai No Tav, molto numerosi, in prima fila anche la vice presidente del Consiglio comunale Viviana Ferrero del Movimento Cinque stelle. Volano spintoni e slogan “Fuori la Digos dal corteo”. A mediare la consigliera regionale M5S Francesca Frediani, No Tav di ferro.
I manifestanti No Tav sono poi riusciti a raggiungere, prendendolo dai lati, lo spezzone del Partito Democratico e qui è partita la contestazione con i valsusini a chiedere che il Pd uscisse dal corteo. In questo frangente viene notato il sindaco di Venaus Nilo Durbiano con tanto di fascia tricolore, il quale viene inviato da alcuni Dem a calmare le acque. Il sindaco Pd, in tutta risposta afferma «Sono sindaco faccio quello che voglio». Solo quando si è sfiorato lo scontro allora è intervenuto
“gestione incomprensibile del corteo”
Sono seguiti altri momenti di tensione tra i No Tav e il servizio d’ordine del Partito Democratico. Secondo i No Tav alcuni dei feriti sarebbero stati “colpiti da cinghiate partite dal servizio d’ordine del Pd”.
Mentre dall’altra parte ci sono stati tentativi di colpire con le aste delle bandiere i militanti Dem. Nello scambio di “cortesie” non è mancato uno scambio di battute, mentre tutto intorno si era scatenato lo spingi spingi, tra il capogruppo del Partito Democratico in Sala Rossa Stefano Lo Russo e il consigliere di maggioranza grillina Damiano Carretto, il quale poi però ha cercato di calmare i manifestanti, prendendosi pure una manganellata, a quanto pare, in testa.
Così commenta a fine mattinata Carretto sul suo profilo Facebook: «La prima manganellata non si scorda mai (e nemmeno la seconda). Gestione incomprensibile del corteo del 1 maggio».
La stessa mediazione dei grillini è stata però respinta con forza dagli speaker del Movimento No Tav i quali hanno accusato Pd, polizia e anche i mediatori di impedire la loro partenza verso piazza San Carlo. Non solo. Secondo gli altoparlanti No Tav non esisterebbe “un governo nostro amico, visto come ci hanno manganellato oggi”.
La questura di Torino spiega così le prime fasi del corteo:«Alle ore 10 circa, esponenti di gruppi anarchici hanno tentato di forzare la testa del corteo dei manifestanti che sfilava lungo via Po. Il dispositivo di sicurezza, con il nucleo di pronto intervento all’uopo predisposto, ha impedito l’ingresso dei facinorosi all’interno del corteo».
«Questo non è il tempo della rassegnazione, ma della resistenza. Il razzismo e l’oscurantismo incombono su tutti noi. C’è una differenza abissale tra noi che siamo di qua e voi che siete di là, voi siete il passato – dicono i No Tav – Questo movimento in trent’anni ha visto centinaia di condanne, teste aperte, non abbiamo nulla da ridere. Non ci faremo spaventare, non molleremo mai, andremo avanti a testa alta».
Stefano Lo Russo, capogruppo PD Torino e Mimmo Carretta, segretario PD Torino in una nota:«Hanno gridato che dovevamo abbandonare il corteo fin da Piazza Vittorio. E non l’abbiamo fatto. Hanno spintonato, sputato, insultato per ore. Hanno provato a togliere le bandiere dalle mani. Non ci siamo fatti intimidire e pur tra mille difficoltà siamo stati al nostro posto nel corteo. Abbiamo vinto noi e non i violenti tra i No Tav che ormai hanno monopolizzato il movimento. Un grande PD. Buon 1 maggio a tutti».
Da segnalare alcune decine di riders con le loro biciclette hanno bloccato per qualche minuto l’ingresso in piazza San Carlo della testa del corteo. All’arrivo di istituzioni e sindacati si sono posizionati sotto al palco, urlando “lavoro e dignità” e scandendo “venduti”.
Lo spezzone di No Tav , dei centri sociali e dei sindacati di base in piazza San Carlo, alla fine del comizio di CGIL-CISL-UIL è stato fatto passare dalle forze dell’ordine e alcune decine di manifestanti hanno occupato il palco. Il bollettino finale parla di quatto feriti.
All’inizio del corteo la sindaca di Torino Chiara Appendino si era augurata una manifestazione pacifica: «Per quanto ci siano stati alcuni dati positivi, ci sono ancora delle difficoltà e il Primo Maggio è il momento in cui ci si interroga su queste difficoltà ma anche di riflessione sul tema dell’innovazione tecnologica perché sia davvero un’opportunità»
«Un corteo – continuava Appendino – che auspico sia pacifico ed è responsabilità di ciascuno di noi di comportarsi in modo tale perché lo sia».
«La grande sfida del lavoro – aggiungeva – la vinci se ciascuno fa la sua parte. Lavoro che è dignità, è la strada per avere soddisfazioni economiche, sociali personali e bisogna lavorare tutti insieme per questo diritto».
«Non bisogna farlo diventare un corteo sì Tav o no Tav, non è questo il tema di oggi. Ma il lavoro e dobbiamo ricordarci quanto sia doveroso per ciascuno di noi lavorare per la dignità del lavoro», concludeva Appendino.