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domenica, 8 Settembre 2024

Primarie, dalla Tav ai fuochi di San Giovanni, i candidati: “Chiunque vinca saremo una squadra”

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

“Chiunque vinca ci batteremo per il successo del sindaco prescelto dai cittadini e faremo squadra per la città”. Questo è la sintesi del confronto pubblico tra i quattro candidati del centrosinistra, Stefano Lo Russo, Enzo Lavolta , Francesco Tresso e Igor Boni presso la Fabbrica delle E di corso Trapani dove ha sede il Gruppo Abele.

Molto bella l’autopresentazione in cui i protagonisti della sfida hanno raccontato con spontaneità le loro origini, i loro percorsi di vita che li hanno portati all’ impegno in politica legato, per tutti e quattro, a valori ambientali, solidali e di fragilità e giustizia sociale. Chi come scout , chi incontrando Enzo Tortora e sposando la sua battaglia di giustizia, chi con esperienze terzomondiste e nel volontariato

“Non credo che il vincitore sarà un imperatore ma dovrà dialogare” ha dichiarato Stefano Lo Russo, capogruppo Pd in Consiglio Comunale,  sottolineando l’importanza di un’alta affluenza all’appuntamento del 12 e 13 giugno, indipendentemente dal risultato.

Per Francesco Tresso, 59 ingegnere unico candidato civico eletto “non abbiamo ancora elaborato la sconfitta del 2016 e questa sfida si vince mettendo insieme le forze migliori cercando anche tra chi, pur condividendo molti valori, ha voltato le spalle al centrosinistra. Per questo serve un segnale di discontinuità”. Un discorso che valorizza il suo impegno da civico nel trovare consensi per il centrosinistra oltre i partiti, in un contesto mutato con nuove esigenze da intercettare. 

Il discorso discontinuità non è condiviso da Enzo Lavolta che, pur restando aperto ad un dialogo senza pregiudiziali in particolare con i pentastellati, ricorda cosa possono comportare le svolte in nome del cambiamento ad ogni costo. 

Per il candidato radicale Igor Boni per il rilancio della città, e per battere le destre, che definisce come il rischio di una nuova illusione,  Torino  deve riaprirsi e interconnettersi con le altre realtà a partire da quella milanese.  Riprendendo il discorso MiTo, lanciato diversi anni fa. In chiara polemica con i pentastellati ha affermato: “A Torino si sono mancate troppe occasioni in nome di una decrescita infelice”.

Per Tresso sul rapporto con i Cinquestelle, in un momento in cui la sfida con la destra desta preoccupazione “sono contro accordi sottobanco, meglio ritrovarsi sui temi e partire dalle circoscrizioni con un dialogo aperto con tutti”. 

Lavolta, 42 anni, il più giovane degli aspiranti sindaco, sottolinea l’importanza delle piste ciclabili e del biciplan ma, con senso realistico denuncia limiti ed errori, come in via Nizza, che non cancellano la bontà di certe  scelte della Giunta Appendino in questo campo. Insomma un biciplan buono ma da rivedere nell’ambito di un rinnovamento complessivo della mobilità  in cui si inserisce  la nuova metropolitana.  Boni in tal senso ricorda come a Parigi si vada verso una grande area pedonale.

Sulla Tav tutti d’accordo. Molto meglio che le merci viaggino su treni e non su inquinanti e pericolosi Tir. Un discorso che per Lo Russo va supportato da significativi investimenti per infrastrutture e rete ferroviaria in un contesto di assoluta legalità. Sul rapporto con chi si batte in Val Susa e non solo sotto la bandiera No Tav si distingue la posizione Francesco Tresso che intende mantenere il dialogo anche con chi si è strenuamente opposto in un contrasto troppo ideologicizzato.  Questo mentre in Francia i verdi hanno orami approvato il treno ad  alta velocità. 

Periferie

Igor Boni sottolinea come la sfida per centrosinistra si giochi a Torino Nord: “Un problema non affrontato fino ad ora ma da quel quartiere si può aprire una riscossa economica come lo fu San Salvario ex quartiere di degrado e malavita”.

Il tema periferie accende il confronto e si delinea una nuova Torino policentrica. Originalmente Enzo Lavolta vede come “anche gli anziani che vivono soli in palazzi deserti del centro sono periferia. 

Realtà in cui “il senso di insicurezza a volte fa più danni dell’insicurezza stessa”. Per questo – precisa Lavolta – occorre  attuare un decentramento meno burocratico di reale prossimità con le persone, trasferendo le anagrafi e facendo sì che diventino poli di aggregazione e luoghi cultura dove anche gli anziani possano confrontarsi”.

Un discorso di riappropiazione del territorio e di reale vicinanza delle istituzioni anche attraverso radicali e necessarie semplificazioni per avvicinare i cittadini specie i più anziani, conclude Lavolta. 

“Cura spazio pubblico, manutenzione servizi di prossimità così si può rispondere ad una  destra   aggressiva che cova e soffia sulla rabbia” è la posizione di Lorusso. . 

“Un discorso che tocca – aggiunge il Capogruppo torinese del Pd – anche il quartiere Aurora dove sono evidenti indicatori di disagio sociale pur essendo a meno di un chilometro dal centro”.

 Su questo tema precisa come la sicurezza non sia un valore di destra ma di sinistra. “E’ la sinistra che deve occuparsi delle persone più fragili”. Un discorso basato sul tema della prevenzione che agisce sulle cause di paura e insicurezza. Insomma un tema che va molto oltre la mera respressione.

“La sicurezza non si raggiunge con un sistema di videosorveglianza, ma con i servizi diffusi e di prossimità. Bisogna creare partecipazione attiva” gli fa eco Francesco Tresso che propone di spostare  l’assessorato alla Cultura a Barriera di Milano. E conclude: “Le periferie sono state considerate luoghi di scarto che ospitano carceri, campi nomadi, elettrodotti e centri commerciali”.

Per Lo Russo è la precarietà ha creare rabbia e disagio e su questa visione concordano  tutti gli altri candidati alla poltrona di sindaco di Torino del centrosinistra. 

In conclusione tutti concordano, con immediatezza e spontaneità sul “basta droni a San Giovanni”. Per un ritorno alla tradizione e ai botti, anche se con moderazione e attenzione.

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