di Alessandra Del Zotto
Ennesimo lutto per Pompei. Dopo i numerosi crolli che hanno interessato il sito archeologico campano, la notizia del furto di un affresco all’interno della domus di Nettuno. Scalpello alla mano, i misteriosi ladri hanno letteralmente staccato dal muro la figura della dea Artemide, collocata in una più ampia composizione a colloquio con il fratello Apollo. Sul fatto indagano le forze dell’ordine a livello internazionale.
A denunciare il furto lo scorso 12 marzo, la direttrice degli scavi Grete Stefani a seguito della segnalazione di un custode. La notizia sarebbe stata tenuta segreta fino ad ora per non compromettere lo svolgimento delle indagini.
«Sono in corso indagini approfondite da parte delle forze dell’ordine per reperire tutte le informazioni ritenute utili per ricostruire esattamente le dinamiche – si legge in un comunicato stampa diffuso dai militari dell’Arma di Pompei – In particolare, sono in corso l’acquisizione di informazioni sulle attività di vigilanza del personale di custodia anche nei giorni precedenti al furto e la visualizzazione delle riprese delle telecamere del sito archeologico per poter risalire agli autori del furto».
Il frammento di affresco asportato, di circa venti centimetri di diametro, si trovava in un cubicolo della domus di Nettuno, situata una zona chiusa al pubblico e non videosorvegliata. Area che, inoltre, rientrava all’interno del cosiddetto “Grande progetto Pompei”, imponente piano di restauro finanziata dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale.
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