Cambiare la Costituzione, eleggere direttamente il presidente della Repubblica, nuovi club e insulti alla magistratura. Il giorno della decadenza Silvio Berlusconi decide di riproporre il solito programma: insulti e promesse per tutti.
La platea prima è formata da soldati del suo esercito, che a fine del suo discorso diventano missionari. Il Cavaliere vuole ancora incantare, a poche ore dalla sua fine politica.
La manifestazione di Forza Italia, davanti a Palazzo Grazioli regala gli identici contenuti di sempre.
Soprattutto per quanto riguarda i magistrati di Magistratura Democratica che diventano brigatisti rossi. «Persino la sinistra ortodossa – dice Berlusconi- nel 1978 ha accusato Magistratura Democratica di avere abbracciato le idee estremiste delle Brigate Rosse». E il parallelismo tra gli anni di piombo e il Cavaliere sono molti. Nei cartelli alzati dalla folla si vede un Berlusconi-Moro, prigioniero politico dei magistrati.
«La mia cacciata è lutto per la democrazia, ma non disperatevi perché io rimarrò qui», urla Berlusconi.
«Oggi è un giorno amaro, ma non andremo avanti», aggiunge e poi dà appuntamento ai suoi per l’8 dicembre.
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