Una direzione provinciale inizialmente poco affollata quella di questa sera, in via Masserano, «in barba al senso di responsabilità tanto rivendicato proprio dagli assenti componenti della direzione metropolitana», commenta non senza polemica il segretario metropolitano del Partito Democratico di Torino Mimmo Carretta ad apertura della seduta.
All’ordine del giorno, la scadenza del 29 marzo, data entro cui il partito dovrà chiudere la lista delle candidature regionali.
«Quello su cui dobbiamo ragionare – esordisce Carretta – è l’elemento entusiasmo di queste ultime settimane. Un elemento che abbiamo voluto coltivare in tempi non sospetti proprio qui, in direzione provinciale. Esiste però la necessità di riorganizzare una ripresa politica in alcune delle periferie della città ancora diffidenti».
La piazza chiama. Il Partito Democratico torinese manifesterà nuovamente il 17 marzo in occasione dell’iniziativa Sì Tav e il 18, davanti a Palazzo di Città, per contestare la nuova Ztl. Il segretario Provinciale invita tutti quegli amministratori e dirigenti dei Dem in piazza. Anche quelli che spiegavano ad un Pd sconfitto quanto fosse brava la sindaca Appendino: «di cui hanno esaltato in maniera immotivata le qualità», sottolinea Carretta.
Carretta parla di un Pd che ha ancora la credibilità e i numeri per dire la sua. Una credibilità che si costruisce anche sulla capacità di costruire una squadra forte, a supporto di un progetto ambizioso, che necessariamente chiede di mettere in gioco carriere personali e di alzare l’asticella degli obiettivi.
Il primo giro di consultazioni con il gruppo regionale Pd uscente, si è concluso nei giorni scorsi. «Il 50 per cento della lista si è completata – ha specificato Carretta – ora costruiamo la nostra lista ideale, con la premessa che il partito non chiede ma raccoglie disponibilità a mettersi in gioco. Ho scelto di non candidarmi proprio in questa logica, per spostare in là l’asticella e per avere le mani libere. Per avere la forza e la credibilità di fare delle scelte».
«Il Pd si presenterà con orgoglio alle regionali, con il suo simbolo e con chi liberamente ne vorrà far parte. In una logica di allargamento e non in una logica camaleontica. Siamo l’unico partito che produce una classe dirigente giovane, nonostante i giovani siano lontani, non dal Pd, ma dalla politica. Abbiamo una bella e credibile carta d’identità, tiriamola fuori», conclude Carretta.