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venerdì, 15 Novembre 2024

Patto Nazareno, ora conta solo il risultato

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

L’ormai celebre “Patto del Nazareno” continua ad essere al centro del dibattito politico nazionale. Ovvero, l’accordo tra Renzi e Berlusconi sulla riforma della legge elettorale e sulla riforma costituzionale. Almeno questo è quello che si dice nelle pubbliche dichiarazioni. Riforme, detto tra di noi, oltremodo necessarie e che richiedono comunque sia una vasta convergenza parlamentare e una larga condivisione politica. Non c’è nulla da stupirsi, pertanto, che si persegua quell’obiettivo. Certo, se quel metodo fosse stato perseguito anche qualche mese fa con la candidatura di Franco Marini a Capo dello Stato probabilmente non ci troveremmo in questa situazione, alquanto caotica e confusa. Ma qualche mese nel Pd ci si stracciava ancora le vesti quando si pronunciava il nome di Berlusconi, si restituivano le tessere, si occupavano le sedi e si minacciavano sfracelli per un ipotetico accordo anche tra il Pd e Forza Italia sul candidato al Colle…
Vabbé, è cambiata la musica e le mode e, di conseguenza, sono anche cambiate le parole d’ordine…. Ma, per tornare al “Patto del Nazareno”, credo sia importante adesso capire che cosa può produrre la politica nelle prossime settimane. Certo, tutti abbiamo capito che ci sono ormai 2 grandi nodi che devono essere affrontati e risolti a breve. Da un lato ormai la prossima elezione del Presidente della Repubblica e la riforma – ancora quella!! – della legge elettorale. Due elementi che inesorabilmente si intrecciano l’un l’altro e che possono o rilanciare la legislatura o interromperla bruscamente. E, per restare a questi due scogli – perché di questo si tratta – cominciamo a dire con chiarezza che adesso quello che conta sono gli obiettivi. Con o senza “Patto del Nazareno”.
E allora, sul Presidente della Repubblica serve – soprattutto dopo l’esperienza di Napolitano – una figura autorevole, realmente super partes, imparziale e slegata dalle beghe quotidiane dei partiti.Una figura, come deve essere, che non si fa condizionare dai partiti e dai rispettivi leader e che sappia essere il vero punto di riferimento della intera Nazione. E la sua elezione, al contrario di quello che avvenne con Marini e Prodi, non deve essere condizionata da veti personali o piegata da pregiudizi politici. Con il voto di tutti? Sì, speriamo con i voti di tutto il Parlamento o, come sempre capita, di una ampia maggioranza.
E poi si faccia questa benedetta riforma elettorale. Su questo Renzi ha perfettamente ragione. Il più in fretta possibile. Anche perché solo un marziano non può sapere che il voto anticipato è sempre dietro l’angolo…. Purché la futura legge elettorale garantisca 3 elementi: la governabilità del sistema politico; la scelta dei parlamentari da parte dei cittadini e non nominati dall’alto e la formazione di maggioranze omogenee e non di semplici cartelli elettorali destinati a sciogliersi come neve al sole alla prima occasione.
Se la politica italiana, le forze politiche maggiori e i singoli leader riescono a centrare rapidamente questi obiettivi ben venga qualunque alleanza. Anche la più anacronistica. Anche perché, nel frattempo, sono caduti tutti i tabù e le pregiudiziali politiche, ideologiche e personali che campeggiavano sino a qualche mese fa. Che poi si chiami “Patto del Nazareno” o patto di “Piazza San Silvestro” poco importa. Adesso quello che conta è solo e soltanto il risultato. Almeno per chi continua ad essere sensibile alla credibilità delle istituzioni, alla qualità della democrazia, al funzionamento del sistema politico e all’autorevolezza delle massime figure dello Stato.
 

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