di Alessandra Del Zotto
Erano le 19 passate del 13 marzo scorso quando da piazza San Pietro si alzò la fumata bianca. Poco dopo con un «buona sera» che passerà alla storia si fece avanti il cardinale Jorge Mario Bergoglio, presentandosi come Francesco. «Per non dimenticare i poveri» spiegherà così la scelta di quel nome.
E a un anno dalla sua elezione al soglio pontificio, papa Francesco ha deciso di salutare l’anniversario con un tweet. «Pregate per me», ha scritto, una richiesta ormai nota dopo questi primi 12 mesi di pontificato.
Lo fa da Ariccia, dove si trova in ritiro spirituale quaresimale con i cardinali e i vescovi della curia romana. Niente festeggiamenti insomma, nello stile ormai noto di Bergoglio che trascorrerà la giornata come al solito: celebrazione eucaristica alle 7.30, colazione e meditazione interrotta solo da un breve pranzo. «Niente di speciale e di diverso dagli altri giorni – conferma il capo della stampa vaticana, padre Federico Lombardi – Prega».
Congratulazioni e auguri arrivano da tutto il mondo e in particolare, per quanto riguarda le istituzioni nostrane, dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dal presidente della Camera Laura Boldrini e dal presidente del Senato Pietro Grasso. «Bergoglio sta lasciando indietro la politica – ha commentato Grassole a radio Vaticano – Bisogna pensare che la Chiesa è l’istituzione più antica di tutte, con duemila anni di Storia alle spalle: ora è diventata la più moderna».
Il presidente del Senato fa riferimento alle riforme sostanziali messe in atto da papa Francesco fin dal primo giorno del suo pontificato. In primis una riforma dello Ior, la banca vaticana al centro di molti, troppi scandali presenti e passati. Poi quella della curia romana, secondo un principio di decentralizzazione ormai evidente. E, nel complesso, una rivalutazione dell’immagine della Chiesa, chiamata da Bergoglio a non essere più chiusa in se stessa ma a farsi ospedale da campo, abbandonando clericalismi e pesantezze di rito.
© RIPRODUZIONE RISERVATA