di Moreno D’Angelo
Si fa sempre più complicata la vicenda Gradenigo. La cessione dell’ospedale torinese di corso Regina Margherita si è trasformata in una partita a scacchi tra i possibili acquirenti. Se era quasi certo il passaggio del presidio sanitario ad Humanitas colosso profit lombardo, ora rispunta prepotentemente il gruppo Kos, guidato da De Benedetti che già a dicembre aveva manifestato il suo interesse per poi fare un passo indietro nei mesi successivi.
Infatti mentre il Consiglio di Amministrazione di Humanitas, fissato per martedi scorso , giorno in cui doveva essere ratificata la proposta di acquisto. è stato rinviato al 28 marzo, il gruppo concorrente avrebbe già fissato i dettagli della acquisizione.
Non solo. Sarebbero già stati quanficati gli esuberi: si parla di duecento lavoratori con probabile richiesta di stato di crisi dell’azienda.
Per il momento bocche cucite dall’amministrazione del Gradenigo. Anche perché la partita che si sta giocando e tesa ed è all’ultima mossa. Vi è il rischio che i troppi rumors intorno alla vicenda possano far saltare in aria scacchiera, re e regine.
Chi invece non ci sta a fare la figura dei pedoni, pronti ad essere sacrificati nella partita, sono i lavoratori del nosocomio. Non a caso l’USB, il sindacato più rappresentativo all’interno del Gradenigo, ha intenzione di chiedere un incontro nelle prossime ore con l’azienda per capire le intenzioni della direzione e venire a conoscenza in merito ai presunti acquirenti , garanzie e tutele. per chi lavora nell’ospedale.
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