Dignità del lavoro e autonomia della professione, unità degli Enti al servizio della categoria, difendere e rilanciare il master ma anche la valorizzazione dei pubblicisti e una fondazione per il futuro di Palazzo Ceriana: sono solo alcuni dei punti del programma di “Insieme per l’Ordine” che porta alle prossime elezioni dell’Ordine dei giornalisti una squadra giovane e rinnovata che esprime alla presidenza Stefano Tallia, già segretario regionale dell’associazione stampa subalpina, il sindacato di categoria.
Con lui un team che si propone di trasformare ciò che c’è per migliorarlo e renderlo adeguato ai profondi cambiamenti vissuti dalla professione in questi ultimi anni: i consiglieri regionali uscenti Maria Teresa Martinengo e Mario Bosonetto, Cristina Mazzariello, giornalista di Targatocn e espressione del mondo dell’informazione digitale, Carla Piro-Mander, giornalista con una lunga esperienza prima nell’emittenza privata televisiva e radiofonica e poi nella comunicazione istituzionale e Gabriele Guccione, in forza alla redazione torinese del Corriere della Sera. Una squadra che rispetta la parità di genere, che fa della correttezza professionale e civile un valore fondamentale e che promette di impegnarsi con serietà e determinazione nel rendere concreto questo programma. Per il Consiglio Nazionale ha invece condiviso il programma di “Insieme per l’Ordine” Daniele Cerrato, giornalista Rai che ha da poco lasciato la presidenza della Casagit dopo averne guidato la trasformazione societaria.
Comune denominatore dei punti del programma la tutela e vicinanza nei confronti dei colleghi che si trovano in condizione di maggiore difficoltà. Condizioni che Stefano Tallia conosce bene.
“Avendo guidato il sindacato per dieci anni ho avuto testimonianza dalle varie realtà incontrate, si sono persi decine di posti di lavoro nella nostra regione e centinaia in tutta Italia. Le molte crisi vissute hanno portato ad abbattere i redditi dei giornalisti e chi ne ha sofferto di più sono indubbiamente i free lance. Credo che, ancor di più di quanto sia stato nel passato, l’Ordine debba essere uno strumento vicino a questi colleghi, sotto il punto di vista dei servizi che vengono offerti, dal punto di vista della tutela, senza sostituirsi al sindacato naturalmente, che ha il suo ruolo. Deve saper offrire delle risposte concrete ai colleghi, aiuto, vicinanza, sostegno, una casa alla quale rivolgersi.
Una casa dalla quale in molti si sentono da anni chiamati in causa soltanto per sostenerne le spese, con la quota annuale da pagare. E’davvero ancora utile un Ordine professionale per i giornalisti?
E’proprio a quei colleghi che vedono nell’Ordine la causa di una tassa annuale da pagare che dobbiamo parlare e dare un Ordine rinnovato, un tetto sotto il quale cercare protezione. Credo che l’Ordine dei giornalisti sia utile ma che abbia bisogno di una riforma strutturale profonda.
In che modo?
La legge descrive un mondo dell’informazione che oggi non esiste più, e questo non è un problema solo per i giornalisti ma anche per l’opinione pubblica. L’Ordine deve essere una sentinella, la prima, della buona informazione contro le fake news. Proprio in questo anno e mezzo di pandemia abbiamo misurato quanto fosse falsa quell’idea secondo la quale “tutti possono essere giornalisti”. Al contrario, dall’autorevolezza delle fonti alla preparazione di chi dispensa informazioni, tutto prova che l’informazione è un bene pubblico e fondamentale, soprattutto nei momenti di crisi come quelli che stiamo vivendo. L’ordine deve essere la prima sentinella a tutela dei colleghi, ma anche a tutela della cittadinanza.
La questione è proprio come garantire la buona informazione.
L’informazione è come l’aria che respiriamo. Se è buona, viviamo bene ma se non lo è o se silenziosamente viene inquinata tutti quanti ci ammaliamo e un po’ di questo moriamo. Quindi è importante per tutti, ma per la società è che il Parlamento ci dia ascolto e che riformi questa legge che sappia rispondere a quello che oggi è l’informazione.
Della parola “cambiamento” la politica si è riempita un po’ la bocca e ne ha inflazionato i programmi elettorali. Cambiare significa rottamare?
Il cambiamento che abbiamo in mente è la trasformazione rispetto a quelle che sono le esigenze. Ringrazio Alberto Sinigaglia che per quindici anni ha guidato l’ordine e lo ha fatto con competenza con passione: in quel periodo, essendo io segretario del sindacato di categoria, abbiamo lavorato insieme e in collaborazione e non voglio per nessuna ragione apparire come un rottamatore. Mi sento come chi vuole, nel solco della tradizione, introdurre degli elementi di novità per provare a dare una risposta migliore a quelle che sono oggi le esigenze di una categoria profondamente cambiata nell’ultimo decennio.
Chi è il giornalista?
E’ una figura certamente complessa, che ancor di più che nel passato, deve mettere insieme competenze che sono diverse, culturali, tecniche, capacità di osservare. La base deve essere sempre quella: osservare la realtà avendo la capacità di descriverla, ma gli strumenti per farlo sono profondamente cambiati. Nel nostro programma non a caso ho posto grande attenzione alla formazione professionale.
Altra cosa che molti colleghi vivono con ansia. Il numero di crediti da raggiungere, secondo alcuni la scelta di temi non attraenti per gli incontri di formazione. Che ne pensa?
La formazione professionale continua è stata istituita per legge, come per tutti gli altri ordini professionali. E’ vero, purtroppo molti colleghi vivono questo come una costrizione, mentre rappresenta invece un’opportunità per continuare a essere al passo coi tempi. Su questo intendo puntare molto, offrendo corsi anche di alta formazione, su quelle materie nuove che ci servono per lavorare per svolgere bene il nostro mestiere.
Per esempio?
Pensiamo al data journalism, ma anche alla consultazione delle fonti aperte, indispensabile muovendosi nella rete. Il mobile journalism, che rappresenta la capacità di realizzare e di lavorare con gli smartphone, strumenti che noi tutti abbiamo nelle tasche e che, utilizzati adeguatamente, sono dotati di una potenza straordinaria. Pensiamo ai social network, dove non si tratta banalmente di gestire il proprio profilo facebook, ma capire come i contenuti possono diventare virali. I propri certo ma anche gli altri, per comprendere come contenuti negativi possono arrivare a una platea vastissima di cittadini. Saper leggere la realtà. Quindi il tema della formazione è fondamentale. Oggi consumare le suole delle scarpe come si diceva anni fa, continua a essere necessario ma non è più sufficiente.
Interfacciarsi con i corpi intermedi sarà fondamentale per affrontare la trasformazione della professone e guidarla, anziché subirla?
L’alleanza tra tutti gli enti di categoria sarà fondamentale per rispondere a questo momento e per offrire una qualità migliore dei servizi. A Palazzo Ceriana, la casa dei giornalisti, vogliamo tornare ad avere uno sportello unico, di accoglienza per tutti i colleghi, a prescindere che si vada per una pratica dell’Ordine, di sindacato, per l’Inpgi. Si tratta di unità per i servizi, unità per la categoria e nella categoria: siamo in un momento molto difficile: sappiamo qual è la crisi che sta attraversando l’Inpgi, non conosciamo ancora quello che sarà il destino del nostro ente di previdenza. Credo che per tutelare l’indipendenza e l’autonomia dei giornalisti oggi più che mai sia fondamentale la forte unità all’interno della categoria. Per questo in Piemonte abbiamo detto che anche per la scelta del nostro presidente nazionale dell’ordine è necessario riuscire a trovare una posizione largamente condivisa.
Le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, del Collegio dei revisori dei conti e dei consiglieri nazionali saranno mercoledì 13 ottobre e giovedì 14 ottobre 2021 dalle 10 alle 20, voto telematico, in prima convocazione e domenica 17 ottobre 2021, voto in presenza, in prima convocazione. Nel caso che nella prima convocazione non sia intervenuta almeno la metà degli iscritti nei rispettivi elenchi degli aventi diritto al voto, avrà luogo la seconda convocazione, mercoledì 20 ottobre e giovedì 21 ottobre 2021 dalle ore 10 alle ore 20, con voto telematico e domenica 24 ottobre 2021 dalle ore 10 alle ore 18, con voto in presenza. Se i candidati non abbiano ottenuto la maggioranza dei voti ad esito delle votazioni si andrà al ballottaggio.