Mi presento perché sicuramente molti non mi conoscono, come non conoscono le nostre Valli, luoghi spesso dimenticati anche dai giornali.
Sono Cristiano Paisio, consigliere del Comune di Bardonecchia dal 2016. La località più ad ovest della nostra Italia, il comune che consta circa 3500 abitanti ma con una capienza nei weekend e durante le vacanze invernali che sfiora i 40000 villeggianti.
Un Comune virtuoso che però è costretto dalle attuali leggi a poter utilizzare per il proprio territorio solo una piccola parte di ciò che riceve in quanto il resto è “devoluto” ai Comuni meno “fortunati”.
È per questo motivo che ogni manifestazione, ogni evento deve essere valutato con favore. E mi riferisco alla candidatura di Torino 2026 alle Olimpiadi invernali.
Senza entrare nella polemica da bar di questi giorni, bisogna capire che cosa si può fare e che cosa si deve evitare, forti dell’esperienza di Torino 2006. Errori sicuramente ne sono stati compiuti e la sfida è quella di non ricadere e, soprattutto, di fare bene con meno. Di fare bene riducendo ed azzerando l’impatto ambientale. Di fare bene utilizzando meno risorse di quelle messe a disposizione. Questa è la vera sfida. Riutilizzare e non costruire nuove strutture, rivedere la loro allocazione, rivedere i criteri di assegnazione, pensare ad una progettualità nel lungo periodo.
Le Valli Olimpiche hanno già pensato a tutto questo: il Comune di Sestriere e tutti i Comuni olimpici dell’Unione Montana Via Lattea hanno firmato una delibera a favore della candidatura di Torino 2026. Anche il Comune di Bardonecchia, vuoi per seguire i “vicini”, vuoi per una spinta della nostra Lista civica, vuoi per una volontà di tutta l’amministrazione, ha votato all’unanimità una delibera a favore di Torino e delle sue montagne.
Quello che però manca ed è mancato è il dialogo ed il confronto: si chiacchera molto ma nessuno si chiede perché siano importanti eventi come le Olimpiadi, perché siano necessarie alle nostre Valli, perché tutti i comuni, anche non direttamente coinvolti, abbiano sostenuto questa candidatura.
La risposta è molto semplice: perché devono essere le Olimpiadi delle nostre valli, per riscattare il nostro territorio, per premiare le nostre montagne. Dimostrando di utilizzare quello che si ha, dimostrando di rispettare la natura e di risparmiare: esattamente come lo spirito dei nostri valligiani.
Invece disapprovo i tecnicismi, l’agganciarsi ai regolamenti, alle finte maggioranze, ai finti ideali solo per motivi partitici o, purtroppo, solo per non perdere la “poltrona”. Venire in aula, discutere, scontrarsi, difendere le proprie idee avrebbe fatto onore.
Ma Torino non è Bardonecchia, Torino non è Sestriere, chi siede in Consiglio probabilmente conosce solo da turista la Valle.
Nessuno però ha chiesto cosa ne pensavamo, ha ricevuto solo fogli di carta con le nostre richieste. Peccato. Un’altra occasione sprecata insieme al miraggio della candidatura di Torino 2026.
Scritto da Cristiano Paisio