Poi ci si sveglia una mattina e ci si accorge che il mondo gira al contrario. Prima scopri che gente in piedi, le sentinelle, manifestano in silenzio, contro la legge antiomofobia per la libertà di espressione – e già qui i conti non tornano- poi che c’è chi dice (leggi arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia) che, dopo aver sponsorizzato l’iniziativa delle sentinelle, parla di discriminazione al contrario in fatto di diritti gay.
Ovvero chi lotta per la libertà degli omosessuali “colpisce pesantemente la famiglia”, è un dittatore “che vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l’identità di uomo e donna come pure astrazioni”. Ipse dixit.
E a completare, a mo’ di ciliegina sulla torta, il discorso agghiacciante di monsignor Nosiglia c’è la summa della posizione della Chiesa. L’arcivescovo dice che tutto ciò, che come detto, e vogliamo ribadirlo (perché più lo diciamo e più non ci crediamo), è una discriminazione al contrario e non fa altro che “associare in maniera indebita religione e omofobia”.
Al ché uno prova anche a ragionare. Ma i conti continuano a non tornare. Cioè adesso chi discrimina veramente passerebbe dalla parte della ragione, un po’ come se fosse Golia a sopraffare Davide.
Ma non scoraggiamoci. E continuiamo a leggere quanto pubblicato sulla “Voce del Popolo”. Magari ci stiamo sbagliando, non abbiamo capito bene (ovviamente siamo ironici).
Per non lasciare dubbi, però, Nosiglia si scaglia contro le schede antiomofobe pubblicate sul sito del comune di Torino e sugli opuscoli distribuiti nelle scuole su “Educare alla diversità a scuola” poiché presenterebbero “come pacifico l’assunto circa l’indifferenza della diversità sessuale dei genitori per la crescita del figlio e di spingere verso il matrimonio tra soggetti dello stesso sesso”.
In tutto ciò sempre secondo l’arcivescovo le citazioni bibliche vengono distorte diventando “segno di ignoranza e risultando improponibili non solo nella prospettiva dei credenti ma ancor più in quella della laicità che e’ tenuta a rispettare la libertà religiosa dei cittadini”.
Appunto libertà. Di ognuno di potersi esprimere, di poter amare, di poter costruire una famiglia, ma non negli schemi preimpostati di una chiesa reazionaria bensì nei legami tra esseri umani di qualsiasi colore e di qualsiasi orientamento sessuale siano.
Non esiste nessuna dittatura gay, bensì una dittatura religiosa che non rispetta la diversità e la laicità delle istituzioni.
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