Restano in carcere Giuliano Borio e Luca Germano, i due militanti No Tav fermati il 3 luglio vicino al confine con la Francia per avere violato l’obbligo degli arresti domiciliari.
I due, indagati per evasione, hanno spiegato le ragioni del loro gesto disobbediente: «Quella misura – ha detto Borio – era profondamente ingiusta. Sono stato indagato solo perché nel 2015, durante una marcia, avevo tirato via un lacrimogeno che mi era caduto in mezzo ai piedi. Analoghe ingiustizie riguardano tante altre persone, persino di settant’anni. Non se ne può più».
Il giudice, per questo specifico procedimento, ha disposto gli arresti domiciliari. E
ntrambi, però, restano detenuti per quel che riguarda i fatti del 2015. Germano, che ha costante bisogno di farmaci per un suo problema di salute, era stato portato in una camera di sicurezza a Rivoli e il suo difensore, l’avvocato Claudio Novaro, durante l’udienza ha denunciato «il trattamento terribile di cui ci lamenteremo nelle sedi opportune».