20.4 C
Torino
sabato, 27 Luglio 2024

'Ndrangheta in Piemonte, Cassazione conferma condanne "Minotauro"

Più letti

Nuova Società - sponsor
Redazione
Redazione
Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

La Corte di Cassazione di Roma ha confermato tutte le condanne del processo “Minotauro” sulle infiltrazioni dell’Ndrangheta in Piemonte. Rigettate quindi le richieste del procuratore generale che aveva chiesto l’annullamento delle sentenze dei 50 imputati, chiedendo un nuovo processo d’Appello.
L’inchiesta “Minotauro”, nel 2011, aveva portato a 140 arresti legati, secondo l’accusa, ad ‘ndrine nel torinese. Il processo d’Appello si era concluso con un totale di 200 anni di reclusione per gli imputati che in primo grado avevano scelto il rito abbreviato. A fine gennaio il procuratore generale nell’udienza di Cassazione aveva chiesto a sorpresa l’annullamento delle condanne, sostenendo che i giudici della Corte d’Appello di Torino avessero «motivato in maniera contradditoria l’esistenza del vincolo mafioso con il 416 bis del codice penale».
Tesi che la Corte della Cassazione, presieduta da Antonio Esposito, ha respinto, rigettando anche i ricorsi della difesa, dunque, anche secondo Roma, la mafia calabrese in Piemonte, in particolare nella provincia di Torino, esiste.

- Advertisement -Nuova Società - sponsor

Articoli correlati

Nuova Società - sponsor

Primo Piano