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sabato, 27 Luglio 2024

Ncc e bus turistici protestano in piazza Castello

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

“Da oltre due anni siamo bloccati, con i bus turistici sui piazzali e le prenotazioni delle auto quasi azzerate: il settore è in ginocchio, con perdite di fatturato dell’80% nel 2020 e del 50% nel 2021; dopo una parziale ripresa nella scorsa estate, comunque limitata al 40% dell’operatività, da novembre in poi sono ricominciate le disdette, e i nostri mezzi sono di nuovo fermi”: sono queste le difficoltà che hanno indotto gli operatori Ncc (noleggio con conducente) e dei bus turistici a scendere in piazza questa mattina a Torino (come nelle altre principali città italiane). 

La manifestazione di piazza Castello è stata organizzata da Federnoleggio-Confesercenti e da Sistema Trasporti, due delle maggiori sigle di categoria, che lanciano l’allarme sulla condizione del settore: nel 2020 e nel 2021 sono state bloccate le gite scolastiche e i viaggi organizzati sono ridotti al lumicino; quanto alla clientela business che usa le auto, lo smart working e le riunioni a distanza hanno diradato gli spostamenti. Per un comparto basato sulla mobilità delle persone tutto ciò ha rappresentato un colpo durissimo. 

In Piemonte sono circa 220 le aziende nel settore bus e oltre un migliaio quelle operanti nel settore auto per un totale di quasi 5.000 addetti, fra titolari e dipendenti; i mezzi coinvolti sono oltre 4000: 1136 bus e 3000 vetture. 

“Ciò che le imprese hanno ricevuto dal governo in termini di sostegni/ristori – spiegano le associazioni – rappresenta in media per ciascuna di esse poco più del 5% delle perdite subite. D’altra parte, se si pensa che un solo bus, per poter garantire una redditività 

adeguata e il proprio ammortamento, deve generare un fatturato di circa 100.000 euro l’anno, è facile comprendere come la situazione sia drammatica. 

“A livello locale le cose non sono andate meglio: l’unico provvedimento è stato la sospensione del bollo per le auto, ma i bus non hanno avuto neppure quella. La Regione Piemonte ha brillato per la sua assenza: non ha fatto nulla e non ha neppure mai risposto alle nostre richieste di incontro. 

“Ma non basta: nel settembre 2021 il governo ha trasferito fondi alle Regioni per sostenere i trasporti locali: neppure una piccola parte di questo stanziamento è andata alle imprese del settore, perché è stato invece tutto concentrato sul trasporto pubblico. Con risultati evidentemente non soddisfacenti, visto l’affollamento dei mezzi. Eppure le aziende private si erano dette disponibili a offrire i loro mezzi per consentire di alleggerire la pressione sui trasporto pubblico locale. Se è vero che uno dei punti deboli delle misure antipandemia ha riguardato l’eccessivo affollamento dei mezzi, non si capisce perché gli operatori privati non siano mai stati interpellati: il che avrebbe consentito loro di lavorare e al trasporto pubblico di essere meno congestionato”. 

“La misura è colma – dicono Tiziano Merlin e Fabio Finocchiaro, presidente e vicepresidente di Federnoleggio-Confesercenti -. Le nostre aziende rischiano la chiusura, con conseguenze occupazionali devastanti. Chiediamo a governo e istituzioni locali interventi di sostegno immediati e sostanziosi. I nostri mezzi, stando fermi, si usurano e perdono valore. A gennaio sono ripartite le rate dei finanziamenti e dei leasing che erano state bloccate per la pandemia. E in questa situazione ai nostri bus è stata negata persino l’esenzione dal bollo e l’accesso al ‘bonus montagna’. Sappiamo perfettamente che la soluzione vera è la piena ripresa del turismo e degli spostamenti, ma molte delle nostre aziende non arriveranno a quel momento, se non verranno sostenute e accompagnate adeguatamente”. 

“Stiamo manifestando contemporaneamente nelle principali città italiane per difendere le nostre imprese, il lavoro dei nostri dipendenti e di tutto l’indotto collegato. Un comparto che in Italia conta circa 40.000 imprese e 200.000 lavoratori”, aggiunge Marco Ferrari, responsabile piemontese di Sistema Trasporti. 

Alla fine della manifestazione una delegazione di operatori è stata ricevuta in prefettura per illustrare le richieste della categoria. 

– Ristori immediati: il settore non ha avuto accesso a forme di ristoro, salvo quello previsto nell’aprile 2020. 

– Sconto sulle accise del carburante: da fonti del ministero dei Trasporti ammonterebbero a circa 200 milioni di euro all’anno. 

– Interventi per contrastare la svalutazione dei mezzi, beni strumentali delle aziende, visto il loro mancato utilizzo. 

– Esenzione dal bollo per gli anni 2022, 2023 e 2024. 

– Erogazione del “bonus montagna”, promesso dalla Regione Piemonte, sia per i bus turistici, sia per gli Ncc auto.

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