Scritto da Gabriele Druetta
«Oggi non c’è quasi più nessuno – racconta uno dei commercianti di frutta e verdura del mercato di via Di Nanni – La tassa costa carissima, arrivo a spendere tra 5000 e 6000 euro all’anno, e la licenza non riesco a venderla, perché chi vuoi che la compri?»
Stamattina, anche a causa del forte vento, il mercato nella zona pedonale di via Dante Di Nanni si è svegliato mezzo vuoto.
Ma questa non è una storia nuova. Infatti è da anni che lavora tra i banchi si lamentano dei costi troppo alti, fino a 23 euro al giorno per banchi di frutta e verdura e 13 al giorno per abbigliamento, e della qualità troppo bassa delle merci vendute, soprattutto quelle d’abbigliamento.
«Se vedi corso Racconigi o piazza Benefica – afferma uno dei commercianti – trovi vestiti di qualità alta, qua sono tutti in svendita: prendi tre e paghi uno».
La via negli ultimi anni è diventata sempre meno attrattiva e più pericolosa e sempre più sono le attività che chiudono o rischiano la chiusura.
I motivi sfortunatamente sono noti ma sono ancora poco ascoltati; l’illuminazione scarsa e la via poco controllata negli anni hanno trasformato la zona in transito e parcheggio abusivo di macchine (nonostante la zona sia pedonale e molti sono i bambini che giocano liberamente) e in teatro di eventi che hanno segnato gli abitanti della zona: dalle varie risse fino all’omicidio avvenuto due anni fa.
Da allora le promesse sono state molte, soprattutto da parte dell’amministrazione comunale, ma molte continuano a restare inapplicate o applicate inefficacemente.
Le telecamere sono state installate da mesi ma ancora inutilizzate, la polizia è più attenta ma non sempre molto presente e infine i parcheggi abusivi sono sempre più selvaggi e le multe sempre di meno.
Nella via centrale di Borgo San Paolo, storico quartiere operaio rosso della Torino di fine 900, il mercato sta chiudendo, la gente sta andando via e a volte la sensazione di abbandono è forte.
«Questo negozio era un gioiello, lavorava bene. Ora rischia di chiudere e anche questo – continua uno dei commercianti della via – magari chiuderà».