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sabato, 27 Luglio 2024

Mense scolastiche, maggiori controlli ma nessuno sconto sulle tariffe fino al 2020

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Maggiori controlli alla qualità e al gradimento dei piatti proposti e nuove fasce Isee. Sono queste alcune delle proposte avanzate dal consiglio comunale in una delibera a firma del grillino Federico Mensio per la questione delle mense scolastiche alla luce dell’aumento del numero di famiglie che hanno scelto di avvalersi del pasto da casa e di una nuova gara di appalto assegnata nei mesi scorsi.
Obiettivo verificare il gradimento del servizio mensa da parte dei bambini attraverso un soggetto terzo volto alla verifica del gradimento sia con rilevazioni dirette, sia con la somministrazione di questionari anonimi.
Proposto anche la creazione di un sistema di scambio di informazioni a tutti i livelli del servizio e di un tavolo permanente con tutti i soggetti che devono vigilare sulla qualità: dalle associazioni di categoria dei settori agricoltura, alle filiere biologiche, alla ristorazione. In collaborazione con le Università questi soggetti potranno essere anche impegnati in corsi di formazione sui temi dell’alimentazione, per docenti, famiglie e studenti. Le ditte appaltatrici dovranno indicare per ogni piatto o ingrediente la provenienza del prodotto e l’eventuale carattere biologico e surgelamento.
Novità anche per le fasce Isee che verranno rimodulate in particolare per le scuole primarie e la fascia più alta. Bocciata invece la mozione delibera presentatta dalla consigliera Eleonora Artesio (Torino in Comune) che proponeva di rimodulare al ribasso le tariffe. «Apprendo – ha commentato – che la mia deliberazione non è accompagnata dal parere di regolarità contabile perché una diversa articolazione tariffaria si sarebbe dovuta proporre in sede di delibera generale sulle tariffe dei servizi pubblici a domanda individuale. Lo avevo già previsto ma mi era stato assicurato che sarebbe stato possibile farlo anche in questa sede. Credo che ciò sia incommentabile, non voglio pensare alla buona o alla mala fede ma la cosa resta inqualificabile. La sostanza è che fino all’anno scolastico 2019-2020 non si potrà intervenire».

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