Come dice la sindaca Chiara Appendino a proposito dell’ultimo pronunciamento del Consiglio di Stato che afferma la legittimità per le famiglie di scegliere il pasto da casa al posto della ristorazione scolastica: «Le sentenze vanno rispettate, ma noi continueremo a offrire il servizio mensa».
E così anche l’assessora all’istruzione Federica Patti a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico non può che allinearsi alle parole della sindaca e schivare velocemente le domande sul “panino” da casa per concentrarsi sui numeri del servizio, consapevole che le assegnazioni del nuovo bando con ditte che garantiranno pasti con meno di 4 euro a bimbo saranno di sicuro sotto osservazione nelle prime settimane di scuola.
«Abbiamo chiesto tantissimo in termini di qualità alle aziende che hanno partecipato alla gara prevedendo ulteriori migliorie e garanzie – afferma l’assessora Patti – Il nostro è un servizio molto attento anche alle differenti esigenze, legate sia a motivazioni etico-religiose che di salute. Oltre il 10% degli iscritti alla mensa ha scelto i menù alternativi, mentre le diete speciali per problemi di salute o intolleranza hanno riguardato il 2%».
Patti ha precisato anche come i dati degli iscritti alle mense sono ancora parziali e si dovrà attendere la fine del mese per avere numeri precisi, ma a per ora nulla sembra cambiare rispetto a un anno fa:«Lo scorso anno i bambini iscritti alla ristorazione scolastica erano 44.236, oltre il 50% nella scuola dell’infanzia, e circa 8mila quelli che avevano scelto il pasto da casa e l’impressione è che la tendenza sarà la stessa».
Capitolo a parte quello che riguarda la scuola media dove il numero di iscritti alla mensa è sempre più ridotto e dal 2014 ad oggi ha perso il 30 per cento dei ragazzi: «La scuola media ha orari diversi e i ragazzi sono più grandi – sottolinea Patti – quindi è normale che i numeri diminuiscano. Credo che in futuro la mensa alle medie sia destinata a scomparire, ma finché ci sarà richiesta la Città continuerà a garantirla».
Mense scolastiche e “panino” da casa, i numeri non cambiano
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