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domenica, 8 Settembre 2024

Mediterraneo tomba di migranti: 4621 morti nel 2016. Junker elogia l’Italia: ”Non va lasciata sola”

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

di Moreno D’Angelo

Il mal tempo il freddo non ferma il fiume di disperati che tentano di attraversare il Mediterraneo. Non fa più notizia il record senza precedenti di 4621 morti dall’inizio dell’anno affogati tra i flutti di un mare che si è trasformato in una sorta di grande tomba. I dati diffusi oggi a Ginevra dall’Oim (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) un aumento di ben 1000 morti rispetto rispetto all’anno precedente.

Sicuramente si tratta di cifre inferiori rispetto a quelle reali visto che vi sono carrette e gommoni non intercettati che possono sparire in un attimo tra i flutti e non sempre è facile avere un bilancio preciso di questi natanti della disperazione.

Nei soli ultimi tre giorni si sono registrati 350 migranti dispersi, quasi sicuramente morti, dopo almeno sei incidenti nel Mediterraneo.

In questo quadro colpisce il contrasto tra la nobiltà d’animo e la sensibilità di persone come il sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini (che i cadaveri dei migranti li vede quasi quotidianamente) e il cinico dibattito e le battute criminali di chi non accetta di accogliere neanche un gruppetto di donne in un paese. Dopo tutto la questione migranti è diventata centrale nel dibattito politico ed è fattore di facile polemica e consenso. Non a caso si assiste da tempo a media con quotidiane trasmissioni serali che hanno come copione fisso quello di mettere in contrasto migranti richiedenti asilo in con realtà di povertà nazionale.

Si tratta in ogni caso di numeri impressionanti e la gestione di questo flusso inarrestabile di persone sta mettendo a dura prova il sistema di accoglienza nazionale. Un sistema che ha incontrato il plauso del presidente della Commissione Europea Jean Claude Junker: «L’Italia e la Grecia non vanno lasciate sole, solo perché si trovano nel posto sbagliato, anche se soleggiato» lanciando anche il monito: «serve la solidarietà dell’Europa con l’Italia e le misure decise vanno applicate»

L’intero sistema dell’accoglienza sta vivendo nel nostro paese un momento di grande criticità, nonostante la buona volontà di tanti soggetti e le tante contraddizioni. Molte cooperative e centri accoglienza operano con difficoltà, oltre l’aumento degli ospiti, soprattutto per i sempre più frequenti ritardi nel ricevimento dei fondi, tanto più in un contesto sociale e politico sempre più ostico.

Un contesto che deve digerire il costante aumento di sbarchi che vanno a incrementare gli oltre 160mila rifugiati già ospitati nei centri. Il bilancio delle richieste di asilo registra come la maggioranza di esse sia oggetto di diniego. Un discorso che riguarda tanti richiedenti asilo provenienti da stati come la Nigeria, non ritenuti in guerra o oggetto di particolari tensioni politico religiose, a parte alcuni casi particolari,

Il problematico quadro dell’accoglienza e i piani in programma, che dovrebbero coinvolgere migliaia di realtà locali, deve far fronte ai nuovi ostacoli che si registrano in tanti Comuni nell’ospitare anche gruppi di poche persone. Un sistema che tra sovrannumeri di ospiti e carenza di fondi potrebbe davvero lasciare migliaia di rifugiati privi di assistenza in un contesto di centri accoglienza che, invece di espandere le loro attività, rischierebbero di chiudere i battenti. E c’è già chi ventila una crisi dell’intero sistema. Un intero sistema che andrebbe rivisto e reso più efficiente sia nel gestire e coinvolgere le risorse rappresentate dagli ospiti (quasi tutti di giovane età) ed il loro concreto reinserimento, ma fino a quando si opererà in termini di emergenza tanti buoni propositi divengono pura teoria e così tanti possibili bravi lavoratori vengono indirizzati verso il tunnel della clandestinità.

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