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domenica, 8 Settembre 2024

Matteo Renzi vince il caso insegnanti. Ma a Firenze chiede indietro i soldi ai dipendenti comunali

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Matteo Renzi vince la battaglia sul caso insegnanti. I “prof” non dovranno più restituire i 150 euro in più percepiti nel 2013. Il premier Enrico Letta ha fatto oggi marcia indietro. Una bella vittoria per il neo segretario del Pd. D’altra parte, però, dalla “sua” Firenze, di cui è sindaco, c’è chi avvisa che lì le cose andrebbero del tutto diversamente. Ebbene sì: proprio il primo cittadino avrebbe chiesto la restituzione di parte di soldi percepiti come indennità aggiuntive ai dipendenti comunali della città.
A denunciare l’accaduto è Laura Ciacchieri, professione vigile urbano, iscritta all’Usb (Unione sindacale di base). «Renzi ha spedito a tutti noi, che siamo tra le duemila e le tremila persone, una lettera – dice la donna – su cui era scritto il nostro nome e la cifra che avremmo dovuto restituire all’amministrazione cittadina. Cifre che vanno dai duemila fino addirittura a 18mila euro per i dirigenti». La Ciaccheri, oltre a notare «la totale incoerenza del suo comportamento», sottolinea che «è vero che dal Mef, l’organo di controllo della Corte dei Conti, è stato detto che noi non avremmo avuto diritto a quelle indennità aggiuntive e si è andati a processo. D’altra parte, però, la questione è solo alla fase istruttoria e non c’è ancora stata alcuna sentenza. Perché allora pretendere già adesso la restituzione di quei soldi? Semplice: la paura era che il processo, iniziato alcuni anni fa, andasse in prescrizione».
Così i dipendenti comunali, in disaccordo con la richiesta, si sono messi in contatto con i propri avvocati e, tramite i sindacati, hanno spedito al sindaco una lettera di diffida. «Non devono toccare i nostri soldi» ribadisce decisa Laura, che aggiunge: «Ai sindacalisti Stefano Cecchi, dell’Usb, e Mauro Coni, segretario della Cisl di Firenze, che si stanno occupando della nostra questione, è stato detto che dovranno risponderne personalmente, oltre ovviamente restituire anche loro la una somma di denaro. Del resto – puntualizza – Matteo Renzi non ha mai amato la categoria, tanto che durante l’ultima manifestazione sotto Palazzo Vecchio ci ha definiti “un carrozzone di buffoni”».
Insomma, secondo le affermazioni della donna le belle parole pronunciate a Montecitorio non sarebbero altro che «spot pubblicitari», pronunciate da un sindaco che oltretutto a Firenze avrebbe preso a lavorare in Comune «tutte le persone che già conosceva quando era Presidente della Provincia, senza concorso e pagandole, tanto, a incarico». La politica locale sarebbe praticamente opposta alle «buone intenzioni sbandierate a livello nazionale», insomma.
«Alla faccia della rottamazione…».

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