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sabato, 27 Luglio 2024

Blitz No Tav all'Italferr

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Sono entrati nella sede dell’Italferr, una delle società a cui saranno affidati i lavori della linea ad alta velocità, in corso Principe Eugenio a Torino. Hanno fatto alcune scritte di solidarietà dei quattro anarchici arrestati alcune settimane fa per terrorismo: secondo l’accusa avrebbero partecipato all’attacco al cantiere di Chiomonte in Val di Susa nel mese di maggio.
Si tratta di circa dieci attivisti No Tav che poi si sono allontanati subito dopo il blitz. Sul posto sono arrivati polizia e carabinieri. La Digos sta analizzando le immagini delle telecamere per identificare gli autori dell’azione.
«L’assalto da parte dei soliti anarco-notav presso gli uffici torinesi di Italferr dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che ormai la protesta notav è nelle mani di un gruppuscolo di teppisti violenti». Con queste parole il senatore del Pd Stefano Esposito nonché vice presidente della commissione Trasporti, non ha perso occasione per commentare quanto accaduto.
«Non avendo argomenti per confrontarsi in modo democratico – dice  ancora Esposito – praticano la violenza nei confronti di chi lavora come strumento di intimidazione. Il susseguirsi di questi atti dimostra che l’unico strumento nei confronti di questi gruppuscoli non può che essere la repressione a norma di legge».
A quelle di Esposito, sulla stessa onda, si aggiungono le parole di Stefano Allasia, deputato torinese della Lega Nord: «Un atto vile. Un conto è la protesta pacifica, un altro è danneggiare e, addirittura, arrivare a malmenare chi lavora onestamente. Ai lavoratori aggrediti va la mia solidarietà».
«E’ inconcepibile – aggiunge Allasia – che i No Tav parlino di attentati alla democrazia in Valsusa, quando sono loro i primi ed i soli ad usare la violenza come unico mezzo di dialogo. Spetta a magistratura e governo porre un freno a quest’ondata che non accenna a placarsi»

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