È stata siglata oggi tra Marelli e sindacati una duplice intesa che prevede di gestire i 550 esuberi, di cui 100 dirigenti, “con strumenti unicamente volontari, attraverso l’utilizzo delle dimissioni incentivate e del contratto di espansione, che dovrà successivamente essere siglato presso il Ministero del Lavoro”. Lo rendono noto Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm e Associazione Quadri.
“L’intesa – spiegano le organizzazioni sindacali – garantisce la presenza delle attività del Gruppo in Italia, sia dal punto vista industriale che occupazionale ed impegna l’azienda ad avviare un percorso con i sindacati volto ad affrontare, per ogni singola divisione, la verifica delle missioni produttive degli stabilimenti, delle attività di ricerca e sviluppo e di staff”. Secondo Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm e Associazione Quadri, “si tratta di un accordo positivo che ci ha consentito di approfondire le missioni industriali dei siti e che scongiura il rischio di esuberi unilaterali utilizzando gli strumenti oggi a disposizione. È evidente però che sono necessari ulteriori strumenti specifici, di tutela delle attività industriali e di salvaguardia dell’occupazione”. I sindacati sottolineano che “per affrontare la fase di crisi e la transizione è urgente che il Governo convochi sindacati e il sistema delle imprese affinché il cambiamento in atto diventi un’opportunità di rilancio del settore e di sviluppo dell’occupazione nel nostro Paese”.
Il contratto di espansione – spiegano i sindacati – darà l’opportunità a un massimo di 350 persone, di uscire anticipatamente per agganciare la pensione entro 5 anni. E’ necessaria una pre-adesione volontaria e durerà fino al 30 giugno. L’indennità sarà pari al trattamento pensionistico al momento dell’uscita. Inoltre nello stesso contratto di espansione sono previste assunzioni in rapporto di 1 su 3 uscite (massimo 117, se si realizzeranno tutte le uscite, di cui circa 90 fra i somministrati oggi presenti di Bari e di Venaria), nonché piani formativi che saranno dettagliati nella versione definitiva da siglare al ministero.
Le dimissioni incentivate, non saranno seguite dalla Naspi o da altro trattamento di disoccupazione, in quanto non sono state precedute dalla apertura di procedure di licenziamento e quindi sono uscite volontarie in senso stretto. Le uscite volontarie incentivate saranno massimo 200 e la loro somma con le uscite del contratto di espansione non potranno superare i 450 (i 100 dirigenti saranno conteggiati e gestiti a parte). Le uscite potranno avvenire fino al 30 giugno 2022, subordinatamente al fatto che la posizione rientri potenzialmente fra le eccedenze.
L’incentivo varierà per qualifica e anzianità.
È anche previsto il principio della mobilità interna alla azienda, per consentire passaggi da mansioni potenzialmente in esubero a mansioni rese libere dalle uscite.