Maurizio Lupi, ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture incontra in una conferenza a Torino i lavoratori e gli imprenditori piemontesi. Presenti all’evento i rappresentanti di varie categorie, dal Cna di Torino, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, della Confartigianato, dei geometri e degli ingegneri. Alla fine del confronto, il ministro dichiara di impegnarsi nella realizzazione di un progetto per risollevare le sorti dell’intero settore, sulle basi di un impegno però, da parte di tutti, invitando a guardare al lavoro svolto negli ultimi undici mesi. «A vincere il 25 maggio non sarà il governo Renzi ma l’Italia intera» dichiara Lupi.
Tra i temi principali anche la questione No Tav che il ministro commenta però con poche parole: «Per me la realizzazione della Tav è un’opera fondamentale per il nostro Paese. Abbiamo sbloccato i primi 10 milioni fuori dal patto di stabilità, dobbiamo mettere gli altri 30, abbiamo scritto il decreto per le imprese che vengono minacciate dai delinquenti perché quelli sono solo delinquenti (riferendosi ai rappresentanti del movimento No Tav ndr). Quell’opera non è nell’interesse della Valle, ma dell’Italia, della Francia e dell’Europa. Fianco a fianci, passo dopo passo, lo Stato ci sarà e ce la faremo».
Ma alla fine della conferenza il ministro svia sulla questione della controinchiesta del movimento No Tav, centrata sulle amicizie del pm di Torino Antonio Rinaudo, legate al mondo dell’imprenditoria, degli appalti sospetti e della ‘ndrangheta. «L’unica cosa di cui si devono preoccupare i No Tav è non fare minacce», risponde con tono deciso il ministro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA