Borgo San Dalmazzo, un paesone del cuneese con poco più di dodicimila anime in cui tutti si conoscono e sanno tutto di tutti. Eppure per diciotto anni una donna, Graziella Giraudo è rimasta mummificata in una stanza di quella casa spoglia in via Pedona senza che nessuno si accorgesse della sua scomparsa. O almeno quasi nessuno. La Procura di Cuneo, infatti, ha chiuso le indagini con otto richieste di rinvio a giudizio: cinque per occultamento di cadavere nei confronti di familiari e tre per favoreggiamento.
La vicenda
Graziella Giraudo era la santona del paese. Aveva le mani calde, dicevano tutti. Aveva doti curatrici. Per tanti anni in quella casa c’è sempre stato molto via vai di gente che andava da Graziella e in cambio le lasciava verdura, uova, galline, ma mai denaro.
Poi quasi sei mesi fa muore Rosa Giraudo, la consuocera con cui Graziella viveva. Quando i familiari sono entrati nella casa delle due donne, il 27 ottobre, la macabra scoperta. In una stanza il corpo mummificato di una donna. Ma una mummificazione naturale che però era stata curata con grande dedizione. Infatti la pelle delle donna per poter diventare come di cuoio è stata trattata con oli, unguenti e canfora.
Le indagini
Da un primo esame necroscopico era parso che Graziella fosse morta un anno e mezzo prima del ritrovamento. Ma l’autopsia e gli esami condotti hanno permesso di retrodatare la morte al 1996. Come possibile che una donna sparisca e la figlia, che vive nell’alloggio accanto a quella della madre, non chieda di lei e non la cerchi mai?
Per i magistrati i parenti, convinti delle doti “magiche” della donna, l’avrebbero mummificata nella speranza che resuscitasse. E così ne hanno nascosto il corpo per quasi vent’anni.
Borgo San Dalmazzo
Via Pedona 9, Borgo San Dalmazzo, un paesone del cuneese di quelli in cui tutti sanno tutto, dove i pettegolezzi circolano veloci e dove se sparisci per quasi vent’anni nessuno si chiede dove tu possa essere finito.
©RIPRODUZIONE RISERVATA