«Sono confusi e non sanno interpretare i reali bisogni della città». È il duro commento del capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale Stefano Lo Russo per le decisioni della Giunta pentastellata sulla XXII edizione di Luci d’Artista, in programma da fine ottobre.
Le tanto apprezzate, anche a livello internazionale, “luci” non hanno a quanto pare un bel feeling con la giunta Appendino.
Infatti anche quest’anno, alla vigilia degli allestimenti natalizi, non mancano anzi aumentano critiche e polemiche non solo dal fronte politico, ma anche direttamente da quelle periferie e da quelle Circoscrizioni che tanto si vorrebbe a parole rilanciare.
Il tutto appesantito da sorprendenti errori come quello delle luci rimosse da via Cibrario, lasciando allibiti abitanti e commercianti.
«Ma il famoso concetto di “attenzione alle periferie” di Torino del M5S consiste nel portare le Luci d’Artista togliendole dal centro?» si domanda perplesso Lo Russo, ricordando come in periferia le luci non siano state molto apprezzate. Basti pensare al “preferiamo le luminarie di Natale” emerso alle Vallette rispetto ad una scelta non gradita e percepita come imposta dall’alto.
Per l’esponente del Pd torinese quella di trasferire le Luci in periferia «sembra davvero una operazione di pura facciata che nasconde confusione di idee e scarsa capacità di interpretare i reali bisogni della Città».
«Penso – Lo Russo- che le politiche di riqualificazione debbano essere altre, a partire da cose anche semplici come il taglio dell’erba e la riparazione delle buche nelle strade che invece banalmente non vengono fatte».
Levare Luci d’Artista dal centro, da arterie principe dello shopping e del turismo torinese come via Roma e via Lagrange non sembra proprio una scelta giusta per l’esponente dem che precisa come si tratti di «opere d’arte contemporanea e non semplici luminarie, che hanno da sempre avuto lo scopo di valorizzare, nel periodo natalizio, le nostre architetture barocche del centro, facendolo diventare una attrazione non solo commerciale, ma anche culturale visitabile e godibile in un sistema territorialmente omogeneo».
Non a caso sono state particolarmente vivaci le proteste e le manifestazioni di sorpresa, perplessità e insoddisfazione degli operatori commerciali e dei rappresentanti della Circoscrizione 1 per una scelta che penalizza proprio quelle vie dove il passaggio pedonale è il maggiore della città bloccando un allestimento ormai considerato come un attrattiva stabile e consolidata.
Infine, sullo sparpagliamento delle opere luminose, il Capogruppo dem torinese manifesta tutta la sua perplessità che si associa ai dubbi, mugugni e critiche espressi da molte voci dei quartieri e delle vie di Torino e dintorni: «Non credo che lo stesso effetto virtuoso possa essere prodotto sparpagliandole in giro, una per quartiere. Non lo é per il centro, ma non lo è neanche per le periferie».