Agire per “una rivalutazione dei corpi intermedi”, nel tentativo di “provare a riempire nuovamente quegli spazi che si sono progressivamente svuotati e che mostrano un impoverimento, determinando nel Paese un declino che potrebbe sembrare ormai ineluttabile e per il quale sembrerebbe difficile immaginare un’inversione di segno”. Questo l’obiettivo del “Patto per Torino” che i commercialisti del capoluogo piemontese sottopongono a professionisti, imprenditori, rappresentanti delle istituzioni, mondo accademico, della banche, dell’arte e dello sport, ai quali propongono “un impegno sociale per un percorso comune basato su reti di rapporti”, già radicati o da creare. Occasione, il primo forum intitolato a Aldo Milanese, storico presidente dell’Ordine dei commercialisti di Torino recentemente scomparso, in corso oggi al Lingotto.
Un documento di intenti, messo a punto dal presidente dell’Ordine dei commercialisti di Torino Luca Asvisio, è già pronto. L’ambizione è estendere poi il modello torinese a livello nazionale, dando vita a un metodo di lavoro capace di far ripartire l’Italia.
«Occorre innanzitutto ricreare fiducia nei rapporti – ha spiegato Asvisio – e riportare al centro la competenza, su questo concordano tutti. Non ci interessa fare l’ennesimo tavolo, ma riuscire ad incidere. E per questo dobbiamo essere inclusivi: abbiamo invitato tutti i portatori di interesse della città, e siamo aperti a chi vorrà aggiungersi».
«Dobbiamo fare in modo – ha esortato il notaio Giulio Biino, presidente del Salone del Libro – che non si resti a parlare dei massimi sistemi, ma si traducano le idee in fatti. Si potrebbe lavorare per esempio a una proposta di legge, a partire da una materia come le opere pubbliche. O anche agire sul fronte della semplificazione normativa, visto che il legislatore è sempre meno capace di fare leggi chiare e concise». Fra i presenti anche il presidente dei Commercialisti nazionali, Massimo Miani, e la vicepresidente dei Confindustria, Licia Mattioli.