Il sindaco Stefano Lo Russo in occasione dell’incontro “Vivere per la giustizia, per la giustizia morire” ha ricordato i 30 anni della strage di Capaci.
“Gli anniversari, ancora più questo, ci mettono di fronte al dovere della memoria e dell’importanza dell’azione. Le parole da sole non bastano, tutto il sistema dello Stato deve agire. Dobbiamo evitare di limitarci al ricordo come un nuovo rito collettivo. Abbiamo il dovere di costruire memoria e togliere ogni alibi alla mentalità criminale”.
“Da allora – dice – si è pensato spesso che quegli attentati avessero cambiato tutto, che quel moto civile avesse cambiato il modo stesso in cui il Paese viveva il fenomeno mafioso. Per molti aspetti è cosi, molte coscienze si sono mobilitate, la reazione di tantissimi giovani si è fatta passione civile. Ma anche le mafie sono cambiate. Hanno rinunciato allo scontro diretto e alla violenza plateale, ma non per questo sono meno pervasive nella società. Anzi, per molti aspetti, quelli più legati agli affari, sono numerose le indagini che riflettono un fenomeno nient’affatto in contrazione”.
Lo Russo parla di “un’eredità civile che appartiene a tutte e tutti, quella legata all’impegno e al non voltare mai lo sguardo altrove, dall’uscire da quella zona grigia dei silenzi complici, della paura, la rassegnazione, la convenienza e la connivenza.
Mi auguro che questo giorno – conclude – possa diventare presto la celebrazione della sconfitta delle mafie e non solo il sacrificio di servitori dello Stato”.