Mercedes Bresso risponde con la lettera, che pubblichiamo integralmente a Stefano Lepri, vice presidente del Partito Democratico, dopo un articolo a sua firma sul quotidiano “La Repubblica” sulla questione delle Unioni civili.
di Mercedes Bresso
Gentile Senatore Lepri,
leggo sulle colonne di Repubblica la replica alla lettera che ho scritto a tutti i parlamentari in merito alle Unioni civili. L’argomento è troppo serio e delicato perché si possa trasformare in una inutile diatriba tra noi due, e certo non mi permetto di dare giudizi sulla sua persona come ha fatto lei con me. Io mi sono limitata a porre il problema del diritto dei bambini davanti a quello dei principi a cui lei, come sempre si ispira. Ma dato che tra poco andrà a votare un ddl molto importante ci tengo a farle alcune precisazioni.
Ho letto con molta attenzione il ddl, ma non vi è traccia della fecondazione eterologa o della maternità surrogata (che rimangono illegali in Italia) a cui lei fa riferimento. Per quanto riguarda la stepchild adoption non è equiparabile ad un’adozione tradizionale ed è in vigore in Italia dal 1983 (L.184 del 1983). Dal 2007 anche le coppie non sposate possono ricorrervi. Con l’approvazione del ddl in questione, anche partner dello stesso sesso – dopo aver ottenuto il consenso del genitore biologico e l’approvazione del Tribunale – potranno usufruire di questo istituto già esistente. Non si può votare contro i diritti di alcuni bambini dicendo che lo si fa nel loro interesse.
Lei sarà pure un uomo all’antica, ma il Paese sabato riempiendo le piazze ha dimostrato di essere fuori dall’800.