Enrico Letta sta ricaricando le batterie. Dopo la caduta di Silvio Berlusconi, la scissione del Pdl, la nascita di Forza Italia, il premier ha deciso, per non perdere le vecchie abitudini, di ritornare in Parlamento e richiedere nuovamente la fiducia.
Ma tutto ciò avverrà dopo l’otto dicembre, la data storica, giorno del grande scontro e che segnerà la nuova vita del Partito Democratica.
«Proporrò al capo dello stato di andare in parlamento dopo le primarie del Pd – ha detto – riterrei inusuale fare una corsa per avere una fiducia prima dell’8 dicembre e delle primarie del Pd».
Ma nessun rimpasto alle porte: «La squadra del Consiglio dei ministri funziona, ovviamente ci sono le dimissioni dei sottosegretari e dei viceministri di Forza Italia».
«Vedo che arrivano con il contagocce…», ha commentato ironicamente.
Per quanto riguarda le dimissioni, dopo la delegazione Forza Italia che è salita ieri al Colle: «Valuterò e valuteremo assieme con il Capo dello Stato, credo sia la cosa più corretta da fare. Il percorso deciso con il capo dello stato – ha aggiunto – sono sicuro consentirà un chiarimento tra le forze politiche e ognuno si assumerà le sue responsabilità fino in fondo. Quello che conta è la sostanza, che noi avremo la nuova fiducia che rilancerà e rafforzerà il governo».
Ma il neo esercito di Silvio Berlusconi a queste parole ha storto il naso: «Bella sensibilità istituzionale da parte del presidente del consiglio, Enrico Letta, che ha detto di voler proporre al capo dello Stato una verifica davanti alle camere dopo le primarie del Pd dell’8 dicembre – ha spiegato Renato Brunetta – Il premier antepone le vicende interne al partito democratico ai suoi doveri istituzionali. Siamo certi che il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, lo richiamerà ad essere responsabile nei confronti del parlamento e nei confronti del paese, prima che davanti al suo partito».
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