E’ stato un inizio settimana piuttosto complicato quello delle borse, che potrebbe chiudere il mese sotto una luce piuttosto negativa, con i timori di una recessione che sono sempre più probabili, analizzando i dati che sono stati prodotti durante questi ultimi giorni. Piuttosto altalenante il dato che arriva da Tokyo, dove la seduta di martedì recupera bene il tonfo della giornata precedente e offre il giusto piglio per dare la spinta necessaria ai principali mercati europei. Su tutti Milano, conferma la volontà di rialzo che già si era verificata durante la scorsa settimana, mentre tengono bene anche Londra e Francoforte, con focus su Parigi, che segna il miglior dato della giornata.
Tuttavia permane un clima attendista, dove i timori per tutti gli operatori e i broker sono concentrati sulle prospettive che arrivano da oltreoceano, dove è stata prevista una possibile nuova fase di stallo per l’economia americana. In effetti quando le voci che si rincorrono ci dicono di come l’economia statunitense sia sana e solida, vuol dire che qualcosa sta bollendo in pentola e che non è certo semplice prevedere le prossime mosse di Wall Street per investire in azioni ma è lì che tutto accade, specialmente se Tokyo ha già dato due performance in controtendenza tra loro. Per quanto l’economia negli States si possa considerare sana, non sono buoni fino a questo momento i dati che riguardano la crescita per il 2019. Si attendono poi i dati che riguardano la fiducia dei consumatori per gli Stati Uniti, dato che dovrebbe mantenere la stessa tendenza e il drive del bimestre relativo a questo avvio del 2019. Il bilancio positivo dei mercati attuali, principalmente in chiave europea, non deve però confondere il trend attuale dell’economia e dei possibili investimenti da praticare con l’indice del FTSE MIB, il quale sta dimostrando un buon rendimento in termini di performance, sfruttando in larga parte la forza propulsiva del mercato attuale sull’onda rialzista dei principali listini europei.
Secondo alcuni dei più autorevoli analisti, bisogna guardare con apprensione alla curva degli investimenti e dei rendimenti, che sono da sempre tra i principali indicatori di una possibile recessione. Questa eventualità è stata più volte paventata dagli analisti e osservatori europei, i quali osservano con grande interesse ai movimenti dei mercati Usa. Intanto lo spread tra Btp e Bund tedeschi indica una leggera flessione, che è arrivata a 248 punti base, con un rendimento decennale che è pari a 2,47%. Sappiamo come il Btp abbia un effetto sull’inflazione dell’Eurozona, collocato per 920 milioni di euro. In generale è importante sottolineare come i timori legittimi di un rallentamento per l’economia su scala globale possano spingere verso il rialzo ai prezzi del petrolio. Segnali che possiamo facilmente riscontrare già nei dati che riguardano il Wti, con riferimento alla consegna per il mese di maggio prossimo, che ha già raggranellato 38 centesimi a 59 dollari per barile, mentre dando un’occhiata ai ricavi del Brent, sempre per quanto riguarda i riferimenti del mercato attuale europeo, si riscontra un avanzamento pari a 6 centesimi su 67 dollari.