Il futuro dei lavoratori della Lavazza di Settimo Torinese è appeso a un filo. La metà dei dipendenti da gennaio saranno in cassa integrazione. Questo perché l’azienda ha annunciato che sposterà la lavorazione di 40 mila tonnellate di caffé dalla fabbrica alle porte di Torino a quella a Gattinara, in provincia di Vercelli, dove il contratto è più vantaggioso per la ditta.
Quello che, se venisse accettato, rappresenterebbe l’unica possibilità per le persone assunte a Settimo di mantenere il proprio posto di lavoro, perché così gli esuberi potrebbero essere recuperati grazie all’arrivo di nuove produzioni.
Dura e immediata la reazione dei sindacati. «La Lavazza fa terrorismo. Difficile trattare a queste condizioni. Nonostante le molte aperture, la strada si fa ancora più in salita» è il commento Denis Vayr della Flai-Cgil.