Continua la querelle a distanza tra il neosenatore Mauro Laus e il presidente della Giunta del Piemonte Sergio Chiamparino sulle future elezioni regionali.
Questa volta la conversazione si sposta sui social e tramite un post, sul suo profilo facebook, Laus si dice sconcertato per gli insulti personali consegnatigli da Chiamparino sulle pagine principali pagine dei quotidiani piemontesi.
«Quando ho iniziato a fare politica – scrive l’ex presidente del Consiglio – mi è stato spiegato che le questioni politiche anche quelle più aspre non possono e non devono scadere in litigi personali o peggio in insulti. A lui ho detto e confermo che se il Partito Democratico ha perso le elezioni la colpa è di tutti compreso la mia, anche se nel mio collegio ho vinto. Mi aspetto caro Presidente – conclude – prima della seduta del consiglio regionale di martedì prossimo un incontro da te convocato con il gruppo e la giunta per chiarire quanto hai esternato agli organi di stampa».
Più che una risposta agli appunti sul metodo e i criteri utilizzati per l’individuazione dei nomi papabili per il 2019, le parole di Chiamparino di questa mattina assomigliano ad un ultimatum: «A questo punto collaborare non mi interessa più. Se il pensiero di Laus riflette quello della maggioranza del pd non vedo più le condizioni per continuare a collaborare con questo gruppo dirigente del partito torinese e piemontese. Io mi fermo qui e metto fine anche al lavoro di consultazioni che stavo facendo rispetto all’individuazione della figura che possa ricoprire il ruolo di segretario regionale». E parla di evidente interesse di Laus verso finalità personali e di gruppo – il governatore – che in qualche modo invita i diversi dirigenti di partito a schierarsi.
Non poco fastidio pare abbia suscitato, tra i dirigenti di partito delle diverse correnti e tra i neoparlamentari piemontesi eletti, lo sfogo di Chiamparino rispetto al fatto che nella direzione di alcune settimane fa, gli sia stato «chiesto in ginocchio di occuparsi delle sorti del partito democratico». A detta di molti trasformare quello che è stata una dichiarazione e un riconoscimento di stima in una supplica sarebbe un gesto ineducato e non degno di umiltà, alla faccia del “padre nobile”del partito.
L’invito ad abbassare i toni e a recuperare un senso di responsabilità arriva dal segretario provinciale del Pd Mimmo Carretta che propone di ricondurre la discussione nei luoghi deputati, ossia in Direzione metropolitana, luogo politico di confronto, il cui principale obiettivo è il rilancio del centrosinistra in vista di una Conferenza programmatica che coinvolga tutta la coalizione. «Bisogna partire dai programmi e dalla valorizzazione di ciò che di buono è stato fatto e da una seria riflessione su quanto ci sia di migliorabile. La legislatura non è finita, manca un intero anno. Un ultimo chilometro di lavoro per il Piemonte e i piemontesi in cui siamo chiamati a dare il massimo per poterci ripresentare ai cittadini con l’orgoglio delle cose fatte e la credibilità delle cose che faremo».